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F1, Sebastian Vettel rivela: “Non abbiamo mai avuto una Ferrari dominante. Le critiche e le pressioni? Fanno parte del gioco”

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Ormai è noto: il Mondiale 2018 di Formula Uno è andato in archivio e Lewis Hamilton si è laureato per la quinta volta in carriera campione. Sebastian Vettel è lo sconfitto e non ci sono dubbi. Il ferrarista non è riuscito neanche quest’anno a centrare il bersaglio grosso come si era prefissato e, con due gare ancora da disputare, la testa va già al 2019. Seb, intervistato da Roberto Chinchero di it.motorsport.com, ha analizzato i motivi di questa “disfatta rossa”, rispondendo con estrema chiarezza e puntualità.

Il teutonico ci ha tenuto subito a puntualizzare che parlare di Ferrari dominante in alcuni GP non corrisponde alla realtà dei fatti: “È giusto dire che abbiamo avuto una monoposto molto competitiva, ma non concordo con chi ha la percezione che la nostra vettura sia stata dominante. Se ripenso ai risultati che abbiamo ottenuto da inizio anno non vedo una superiorità netta. Mi riferisco a Spa: non avevamo la pole, a prescindere dalle condizioni (le qualifiche con l’improvvisa pioggia), ed abbiamo sfruttato la conformazione della pista all’Eau Rouge, che si fa in pieno, e il lungo rettilineo successivo. Nel 2017 non avevamo la stessa potenza e per questo il sorpasso dodici mesi fa non fu possibile, mentre quest’anno non avevamo più quel gap di cavalli quindi sono stato in grado di superare Hamilton. Durante questa stagione in diversi GP siamo stati molto vicini, con dei passi di gara competitivi, ma non c’è una corsa in cui abbiamo dominato, cosa che invece è avvenuta a parti invertite. Se si guarda alle gare in Spagna, Francia, Russia, credo che in quelle occasioni (Mercedes) ha confermato una superiorità notevole, cosa che nel nostro caso non c’è mai stata. Con questo non vorrei essere frainteso: non sono qui a sostenere che abbiamo avuto a disposizione una macchina non all’altezza, perché so di avere una monoposto prestazionale, ma non sono d’accordo con chi sostiene che abbiamo avuto una vettura superiore”.

Tema spinoso: le critiche dopo i tanti errori commessi quest’anno. Il tedesco non si sottrae, affermando in maniera molto serafica che, in una categoria come la F1 e soprattutto con una macchina come la Ferrari, le pressioni fanno parte del gioco: “Ho sempre pensato che ‘non sei bravo mai come dicono, e non sei mai male come dicono’, e credo che sia davvero così. Detto questo, credo che l’entusiasmo sia un aspetto positivo, perché è per questo che la gente ama il nostro sport. A volte questa dose di passione comporta ricevere molte critiche, ma ci sono anche persone che non lo fanno, o lo fanno di meno, ma ci sta. In alcune circostanze trovo le critiche immotivate, ma anche quando sei giudicato come un eroe a volte non è sempre giusto. Alla fine credo che sia corretto tenere le distanze, piuttosto che analizzare tutto quello che viene detto e scritto parola per parola”.

Il 4 volte campione del mondo ha ammesso che la morte dell’ex presidente Sergio Marchionne si è fatta sentire in squadra per la figura carismatica venuta a mancare. Tuttavia, Vettel ha ribatito che l’essere messi in discussione, quando non arrivano i risultati, rientra nella normalità delle cose. E poi sul nuovo compagno di squadra Charles Leclerc, Sebastian è pronto alla sfida, consapevole che le regole interne saranno le medesime: “È un ragazzo giovane, credo che avrà molti pensieri nella sua testa e penso che nell’interesse del team dovremo lavorare insieme. Sono certo che vuole battermi come io voglio batterlo, le regole sono chiare, e sono le stesse regole che ci sono con Kimi (Raikkonen ndr.). Penso che la chiave sia il lavorare insieme e, come ho detto, avrà molte cose nella sua testa. Ma sono il suo compagno di squadra, quindi sono anche qui per aiutarlo. Non sono il tipo che si nasconde o che fa i ‘giochetti’”.

Interessante chiosa poi sull’approccio per vincere il Mondiale. A detta dell’alfiere di Maranello per imporsi serve concentrarsi una gara alla volta e cercare di vincerle tutte, per avere più chance di essere davanti nelle fasi cruciali: “Si potrà obiettare che ad inizio stagione in molti guidano per il campionato, ma l’approccio non è ancora quello che hai quando arrivi ad un certo punto della stagione in cui inizi a pensarci davvero. Credo che ci sia una linea molto sottile, perché alla fine anche chi è in lotta per il titolo punta sempre a vincere, e personalmente penso sia questo l’approccio giusto. Più gare vinci, più è probabile che ti possa aggiudicare il campionato, non ritengo sia una grande scelta fare un passo indietro e diventare prudenti.

 

 

 





 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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