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Calcio femminile, Champions League 2019: i club italiani soffrono in Europa. La distanza resta ampia anche se la crescita è evidente

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Inutile negarlo. Ci eravamo un po’ illusi. Dopo la strepitosa cavalcata vincente della Nazionale italiana di calcio femminile di Milena Bertolini nelle qualificazioni ai Mondiali 2019 in Francia e il pass conquistato da prima nel raggruppamento, si pensava che il mondo del calcio femminile nostrano fosse già all’altezza dei contesti continentali più forti.

Purtroppo nel corso di quest’edizione 2019 della Champions League vi è stato il brusco risveglio. Sì perché sia la Juventus Women che la Fiorentina Women’s FC hanno salutato anzitempo la massima competizione per club del Vecchio Continente: la Vecchia Signora non ha superato l’ostacolo danese del Brøndby nei sedicesimi di finale, peccando di esperienza, mentre le coraggiose viola hanno dovuto alzare bandiera bianca al cospetto della corazzata Chelsea negli ottavi. In particolare, il netto 6-0 dell’Artemio Franchi di ieri (ritorno degli ottavi di finale) ha messo in evidenza la distanza ancora ampia tra il meglio dell’Inghilterra e il top italiano. Intensità di gioco diversa e tasso tecnico superiore sono aspetti che nel calcio contano e ieri sul rettangolo di gioco toscano si sono visti tutti.

La compagine allenata da Emma Hayes ha spadroneggiato, trascinata da una Francesca Kirby eccezionale, autrice di una tripletta. E così le gigliate, dopo aver sognato alla vigilia per il risultato dell’andata (sconfitta 1-0) che lasciava ancora aperte le porte dei quarti di finale, sono un po’ tornate coi piedi per terra. E la riflessione è la seguente: c’è ancora tanto da lavorare.

Non bastano, infatti, i semplici ingressi dei club professionistici maschili a ribaltare la realtà. Servono tempo ed investimenti importanti per far crescere il contesto agonistico ed attirare calciatrici straniere di un certo calibro. Il solo entusiasmo non è sufficiente e le uscite di scena citate lo dicono ampiamente. Ora, però, non si vuole eccedere nel pessimismo e mettere in questo discorso anche la selezione azzurra di Bertolini. E’ opportuno, però, dire che per raggiungere dei livelli super competitivi è necessario far sì che il dilettantismo in cui si trova, seppur in parte, il campionato nostrano si tramuti al più presto in professionismo.

Il passaggio sotto l’egida della FIGC è ben augurante ma è chiaro che per contrastare realtà consolidate è necessario compiere altri step e non arrestare la crescita comunque evidente.

 

 





 

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: Daniele Bettazzi/livephotosport

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