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Olimpiadi: il Giappone porta bene all’Italia

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Nel 2020, come sappiamo, Tokyo ospiterà i Giochi Olimpici, e si tratterà della quarta volta in cui la rassegna a cinque cerchi avrà luogo in terra nipponica. Il Paese del Sol Levante, infatti, ha già ospitato le Olimpiadi estive nel 1964, proprio a Tokyo, e quelle invernali a due riprese (nel 1972 a Sapporo e nel 1998 a Nagano). A quanto sembra dai numeri, lo svolgimento dei Giochi Olimpici in Giappone sorride generalmente all’Italia, che non è mai uscita dalla top 10 del medagliere nelle tre edizioni precedenti.

Nel 1964, la spedizione azzurra si presentò a Tokyo sull’onda d’entusiasmo che aveva caratterizzato Roma 1960, quando l’Italia terminò addirittura terza nel medagliere. Ripetere l’edizione capitolina, lo si sapeva, sarebbe stato impossibile, ma gli atleti azzurri si comportarono comunque egregiamente, chiudendo al quinto posto del medagliere con 10 ori, 10 argenti e 7 bronzi. Il ciclismo, in quell’occasione, regalò all’Italia ben tre ori, con Mario Zanin che si aggiudicò la prova in linea su strada, mentre Giovanni Pettenella (che vinse anche un argento) ed il tandem Sergio Bianchetto\Angelo Damiano furono d’oro su pista. Grande protagonista fu Mauro Checcoli, oro nell’equitazione sia in individuale che a squadre, mentre Abdon Parmich vinse la 50 km di marcia. Due ori arrivarono anche dalla boxe, con Fernando Atzori e Cosimo Pinto. Gli ultimi titoli olimpici azzurri furono vinti da Ennio Mattarelli nel tiro (specialità trap) e da Franco Menichelli, oro al corpo libero nella ginnastica artistica, nonché argento agli anelli e bronzo alle parallele.

A Sapporo, nel 1972, l’Italia vinse due ori, due argenti ed un bronzo, chiudendo all’ottavo posto complessivo. Gustavo Thoeni vinse il gigante maschile, mettendosi al collo anche l’argento dello slalom, vinto dallo spagnolo Francisco Fernández Ochoa. L’altro titolo fu quello dello slittino, grazie alla coppia formata da Paul Hildgartner e Walter Plaikner.

L’edizione più recente, quella di Nagano 1998, vide l’Italia chiudere al decimo posto del medagliere, con due ori, sei argenti e due bronzi. Un risultato che allora segnava un calo rispetto allo storico score di Lillehammer, ma che sarebbe eccezionale qualora venisse ripetuto a Soči. La grande protagonista azzurra fu Deborah Compagnoni, oro in gigante ed argento in slalom (alle spalle della tedesca Hilde Gerg), proprio come Thoeni a Sapporo. Ancora uno sport da budello portò all’Italia il secondo oro: in questo caso fu il bob, con la coppia Günther Huber\Antonio Tartaglia.

Non ci resta che aspettare l’edizione di Tokyo per scoprire se l’Italia saprà confermare i risultati ottenuti nelle altre edizioni giapponesi dei Giochi. Ma, intanto, si avvicinano i Giochi di Soči, grande appuntamento della stagione invernale a venire.

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giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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