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Ciclismo, l’Italia cerca volti nuovi per le corse a tappe nel 2019. I giovani da seguire sulle orme di Nibali e Aru

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Il 2018 è stato molto probabilmente una delle peggiori annate nei tempi recenti per quanto riguarda il ciclismo italiano nelle corse a tappe. Le stelle su cui il Bel Paese si appoggia da anni, Fabio Aru e Vincenzo Nibali, purtroppo non sono riuscite a mantenere le aspettative per motivi vari: il sardo ha deluso sia al Giro che alla Vuelta, mostrando una condizione davvero da dimenticare, mentre il siciliano è stato colpito dalla sfortuna al Tour de France, con la caduta sull’Alpe d’Huez che gli ha compromesso il percorso quando sembrava lanciato verso il podio.

Il ciclismo tricolore va dunque a caccia di nuovi nomi, con Nibali che comunque a breve dovrà lasciare il testimone vista l’età. Al momento però dalle categorie giovanili, almeno per quanto riguarda gli scalatori, non vengono fuori nomi di spicco. Tra coloro che sono già nel World Tour la speranza più importante è affidata ovviamente a Gianni Moscon: il trentino ha dato spettacolo nelle classiche, ma con il lavoro che svolge il Team Sky potrebbe provare a trasformarsi in uomo da classifica generale. Il trasferimento alla Trek-Segafredo, entrando dunque a far parte finalmente in una realtà del massimo circuito internazionale, può far più che bene a Giulio Ciccone: scalatore classe 1994 conta già una vittoria al Giro d’Italia ma dovrà però migliorare sotto tantissimi aspetti.

Ci ha provato, senza cogliere grandi risultati, a curare la classifica Davide Formolo: l’uomo della Bora-hansgrohe è ancora troppo incostante per riuscire a stare tre settimane con i big, senza incappare in giornate no. La speranza però c’è e con un buon percorso di crescita l’obiettivo top-5 tra Giro d’Italia e Vuelta si può raggiungere. Chi sta salendo a dismisura (non a livelli da World Tour, al momento) è Fausto Masnada: l’uomo dell’Androni Giocattoli si sta pian piano trasformando in scalatore puro e nel prossimo anno potrebbe fare il grande salto. Come detto, al momento non si trovano riscontri nelle categorie giovanili: l’unico nome interessante è quello di Andrea Bagioli, classe 1999, dunque ancora diciannovenne.

 

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gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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