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Sci di fondo

Tour de Ski 2019, la situazione dopo Dobbiaco: è Russia-Norvegia tra uomini e donne. De Fabiani c’è, le azzurre meno

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Dopo le prime due tappe di Dobbiaco, è già tempo di primissimi bilanci per la tredicesima edizione del Tour de Ski, che tra un paio di giorni si sposterà in Svizzera prima di approdare in Germania e tornare, infine, in Italia.

Sebbene su tonalità un po’ diverse tra loro, sia tra gli uomini che tra le donne ci sono forti tinte di duello Russia-Norvegia. Per quanto riguarda i maschi, i rapporti di forza che si sono visti in Coppa del Mondo si trasferiscono in maniera molto simile nella classifica del Tour de Ski, con Alexander Bolshunov a tenere testa, per il momento, all’immensa potenza di fuoco che può schierare la Norvegia (Johannes Klaebo, Emil Iversen, Simen Hegstad Krueger, solo per citare i principali protagonisti a Dobbiaco). L’unica, grande variabile è rappresentata dal ritorno in grande stile di Sergey Ustiugov, che nella 15 km a tecnica libera ha dimostrato ancora una volta di tenere moltissimo a un evento già vinto, dominandolo, nel 2017.

Al femminile, come accennato, la lotta Russia-Norvegia è un po’ più sfumata per due motivi: il primo è che Therese Johaug, che avrebbe dato ancor più pepe al Tour de Ski, ha deciso di saltarlo, l’altro è che in mezzo a Natalia Nepryaeva e Ingvild Flugstad Oestberg, per il momento, c’è Jessica Diggins. E se, al quarto posto, la Russia può vantare Yulia Belorukova, che al di là dell’evento a tappe sta facendo bene anche in Coppa, sembra un po’ più complicato per Heidi Weng andare a difendere con successo il trionfo generale dell’annata passata.

Quanto ai colori italiani, la differenza tra uomini e donne è netta: Federico Pellegrino a parte (il fondista di Nus ha ammesso che è molto probabile il suo ritiro dopo la sprint di Val Mustair), Francesco De Fabiani ha mostrato due facce oggi. Una è quella pimpante, dei primi chilometri, l’altra è quella del calo nel finale. Non risultano comunque danneggiate di molto le sue ambizioni di classifica, che non sono legate alla vittoria, ma a un bel piazzamento. Diverso è il discorso per le azzurre, con Elisa Brocard che ha fatto paradossalmente meglio nella sprint che nella 10 km. Se è vero che c’è la buona notizia dell’ingresso in zona punti della 23enne Caterina Ganz, è ugualmente vero che non si possono certo fare dei grandi salti di gioia.

 

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federico.rossini@oasport.it

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Foto: Pier Colombo

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