Basket
NBA 2019, i risultati della notte (16 novembre): i Golden State Warriors demoliscono Denver a domicilio, successi per 76ers e Bucks
Nottata NBA particolare quella che abbiamo appena vissuto. Da una parte si sono giocati diversi match senza storia, nei quali gli attacchi l’hanno fatta da padrone, dall’altra abbiamo assistito allo show dei Golden State Warriors che hanno schiantato i Denver Nuggets sul proprio parquet. I campioni in carica (vincitori di tre titoli nelle ultime quattro edizioni) hanno messo in scena il classico statement game. Hanno voluto, cioè, mandare un messaggio. In primis a loro stessi, quindi ai Nuggets, infine a tutta la Lega: i più forti sono, e sempre saranno, loro.
I californiani in 48 minuti (anzi molti meno dato che nel finale hanno potuto far rifiatare i titolari) hanno voluto rimettere le cose in chiaro, tornando al comando della Western Conference per mezzo di una dimostrazione di forza che ha lasciato tutti a bocca aperta e, non ultimo, potrebbe lasciare scorie nella squadra del Colorado. Per far capire quello che gli Warriors sono riusciti a mettere in campo è sufficiente riguardare il solo primo quarti: 51 punti. Una sinfonia di una orchestra perfetta. Per i soli parziali, 17 punti per Kevin Durant con 3 triple, 13 per Klay Thompson con altrettanti canestri dall’arco, quindi “solo” 12 di Stephen Curry, tutti a suon di triple.
Denver è finita subito al tappeto con un 38-51 inequivocabile, bissato da un 22-28 nel secondo che ha mandato le squadre al riposo sul 79-60. Se i padroni di casa avevano ancora speranze, Golden State gliele ha tolte definitivamente nel terzo parziale, con un altro 33-23. Il punteggio finale recita 142-111 ma, oggettivamente, dice molto di più. Kevin Durant chiude con 27-4-6, Klay Thompson con 31-3 e Steph Curry ne aggiunge 31-5-4, con Draymond Green che regala 13 assist. Per Denver solita buona prova per Nikola Jokic, ma il match non è mai iniziato.
Discorso identico anche per quanto visto a Philadelphia, dove i 76ers hanno demolito 149-107 i Minnesota Timberwolves. L’ex di turno Jimmy Butler ci teneva in maniera particolare a fare bene, ed i suoi lo hanno preso alla lettera. Incontro chiuso già in avvio con Phila che domina con un attacco straripante. 40-27 nel primo quarto, 43-31 nel secondo e 83 punti nel solo primo tempo, seconda migliore prestazione di tutto l’anno. Il finale di match è pura accademia, con il divario che valica i 40 punti.
I 76ers, sicura contender a Est, mettono in mostra tutta la loro artiglieria al meglio: Jimmy Butler da 19-3-4, Joel Embiid da 31-13, Ben Simmons sfiora la tripla doppia con 20-11-9 e la rincorsa verso le primissime posizioni della Conference è ancora apertissima.
Se al comando ci sono ancora i Toronto Raptors, i Milwaukee Bucks e gli Indiana Pacers sono a ridottissima distanza. I primi, nella scia della altre sfide della notte, hanno disposto a piacimento dei Miami Heat, senza bisogno di forzare in maniera incredibile. L’equilibrio, infatti, c’è stato solamente fino a 4:40 dalla fine del primo quarto, con i Bucks che hanno iniziato a scavare il gap decisivo a suon di grandi giocate, al ferro, e dall’arco. 69-45 nel primo tempo, quindi 55-41 nel secondo, per il 124-86 conclusivo. Giannis Antetokounmpo mette la quarta tripla doppia dell’anno (12-10-10) e Milwaukee manda sette giocatori in doppia cifra, giocando metà incontro.
Passeggiata casalinga degli Indiana Pacers che vincono in tutta facilità per 131-97 contro i derelitti Phoenix Suns di questa annata, chiudendo i conti nella ripresa, con un parziale di 69-46. Per i giallo-blù, terza forza ad Est, 20 punti per Bojan Bogdanovic e Tyreke Evans dalla panchina, quindi 18 di Myles Turner e 15 di Darren Collison, prima di dare spazio alle seconde linee.
La sorpresa della notte, per distacco, è il pesante ko di Oklahoma City in casa degli Atlanta Hawks. 142-126 per la formazione della Georgia, che prosegue la sua stagione nei bassifondi della Eastern Conference, ma approfitta di una OKC in serata libera. Gli Hawks dominano gli ultimi quarti dei due tempi, con 45 punti ciascuno, e limitano le star dei Thunder. Paul George va sui 24-8 ma tira solamente 6 su 18, mentre Russell Westbrook scrive 31-6-11. Per i padroni di casa 24 punti di Trae Young, 26 di John Collins e altri 24 di Alex Len con 18 triple totali a bersaglio.
Nell’ultimo incontro di giornata, i Los Angeles Lakers, ormai pronti a riabbracciare LeBron James, vincono in casa contro i Chicago Bulls (non certo una impresa in questa stagione) con il punteggio di 107-100 dopo un match comunque equilibrato. Bulls in partita con sei giocatori in doppia cifra (18 di Jabari Parker dalla panchina) ma i giallo-viola non si fanno distrarre e vengono trascinati dai 19 punti di Lonzo Ball, con 6 assist, e da Brandon Ingram da 16-9-7. Per Chicago settimo ko di fila.
I RISULTATI DELLA NOTTE:
Indiana Pacers (29-14) – Phoenix Suns (11-34) 131-97
Philadelphia 76ers (29-16) – Oklahoma City Thunder (26-17) 142-126
Milwaukee Bucks (31-12) – Miami Heat (21-21) 124-86
Denver Nuggets (29-14) – Golden State Warriors (30-14) 111-142
Los Angeles Lakers (24-21) – Chicago Bulls (10-24) 107-100
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alessandro.passanti@oasport.it
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Foto: basket-steph curry-matteo marchi