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24 Ore Daytona 2019: il regolamento. Come funzionano le soste, quando dormono e cosa mangiano i piloti durante la gara
Il conto alla rovescia per il semaforo verde della 24 Ore di Daytona 2019 sta per esaurirsi, infatti la partenza ufficiale dell’evento è prevista per domani sera alle ore 20.35 italiane (14.35 locali). L’edizione di quest’anno è particolarmente attesa anche dagli appassionati europei grazie alla presenza dell’iberico Fernando Alonso, due volte Campione del Mondo Formula 1 e lanciato verso il conseguimento della “Tripla Corona“, riconoscimento riservato al pilota in grado di vincere il Gran Premio di Monaco di F1, la 24 Ore di Le Mans e la 500 Miglia di Indianapolis nell’arco della carriera. Il 37enne di Oviedo si cimenterà nella “Maratona della Florida” per il secondo anno consecutivo, dopo aver esordito con un modesto 38° posto finale alla guida della Ligier LMP2 del Team United Autosport anche a causa di un problema tecnico sulla vettura.
La 24 Ore di Daytona è una corsa endurance per vetture sport-prototipo e Gran Turismo creata inizialmente per imitare (parzialmente) la 24 Ore di Le Mans, ma che ha subito diverse modifiche regolamentari nel corso degli anni. Nel 1962 e 1963 venne introdotta la 3 Ore di Daytona, mentre nelle successive due edizioni venne modificata in una 2000 chilometri. A partire dal 1966 venne inserito il format tutt’oggi conosciuto basato sulle 24 ore, anche se ci fu una parentesi nel 1972 in cui si corse una 6 Ore (in cui trionfò la coppia formata da Mario Andretti e Jacky Ickx). Uno dei cambiamenti regolamentari più significativi fu introdotto a partire dal 1970, quando alle squadre fu consentito di schierare un equipaggio formato da 3 piloti per vettura (oggi invece 4 o 5 piloti sono alla guida della stessa vettura nell’arco della gara). Una delle più grandi e sostanziali differenze regolamentari nei confronti della 24 Ore di Le Mans riguarda il criterio di classificazione di una macchina. Per essere considerata classificata (dunque per terminare la corsa regolarmente), una macchina deve attraversare il traguardo con la propria potenza al termine delle 24 Ore, infatti sono escluse (pena la squalifica) spinte fisiche per trascinare il mezzo all’arrivo o soste strategiche in pista in caso di problemi.
Il programma di lavoro che dovranno seguire i piloti dei vari team varia a seconda del numero di piloti dell’equipaggio, infatti nel caso di una squadra composta da due elementi è molto complicato organizzare nel migliore dei modi le soste (mentre per i team più numerosi è decisamente più semplice). Come accade spesso nella 24 Ore di Le Mans è difficile che i piloti riescano a prendere sonno a causa dell’adrenalina, ma devono sfruttare le soste in cui sono ai box in attesa di prendere il posto del compagno per idratarsi e per mangiare (seguendo la tabella di marcia prevista dal team) in modo da rendere al meglio durante il proprio turno al volante.
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Foto: Action Sports Photography-Shutterstock-com