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NBA 2019, i risultati della notte (25 Gennaio): i Warriors passano a Washington, tutto facile per Thunder e Blazers, cadono ancora i Lakers

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6 anni fa

25 Gennaio 2019

Si sono disputati quattro match nella nottata NBA e le squadre in campo hanno sostanzialmente rispettato i pronostici. I Golden State Warriors hanno vinto a Washington, rafforzando la loro leadership nella Western Conference, mentre Oklahoma City ha regolato i New Orleans Pelicans ed i Portland Trail Blazers non hanno avuto difficoltà a passare sul campo di Phoenix. Infine i Los Angeles Lakers sono nuovamente caduti in casa, questa volta contro i Minnesota Timberwolves.

I Golden State Warriors (34-14) erano di scena sul parquet dei Washington Wizards (20-27) e hanno centrato il nono successo consecutivo con il punteggio di 126-118, portando il loro ruolino esterno sul 16-8. Il match inizia con le due squadre punto a punto, ma i californiani fanno vedere di poter fare male anche in velocità, con Kevin Durant che manda a schiacciare Draymond Green per il 14-11 a metà primo quarto. I padroni di casa tengono per quanto possono, poi entra in scena Steph Curry con le sue triple e scava il primo solco, aiutato dallo stesso Durant per il 37-28 iniziale.

Washington prova a rimanere in partita grazie ad un ottimo Trevor Ariza sui due lati del campo. L’ex Houston segna 27 punti (3/8 da tre) con Bradley Beal che ne aggiunge 22 con 10 rimbalzi, mentre Thomas Satoransky prova a sostituire John Wall e risponde con 20 punti e 10 assist. Lo sforzo permette ai rossoblu di tenere i Warriors ad una distanza accettabile, ma Steph Curry non è minimamente d’accordo e chiude i conti nel terzo quarto allungando fino al +12 con 38 punti in una ennesima prova da MVP. Kevin Durant ne aggiunge 21, mentre Klay Thompson non va oltre i 9. Segnali di crescita di DeMarcus Cousins che, in 24 minuti, scrive 17 punti e 6 assist.

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Gli Oklahoma City Thunder (30-18) ospitavano i New Orleans Pelicans (22-27) e, non senza fatica, chiudono la pratica sul 122-116. Per i padroni di casa prova sontuosa di Russell Westbrook che centra una tripla doppia mostruosa da 23 punti, 17 rimbalzi e 16 assist, cifre letteralmente spaventose. Per OKC quarta vittoria di fila che matura nei due quarti centrali. Dopo un avvio da 28-28, i Pelicans (sempre privi di Anthony Davis) iniziano a cedere campo con un parziale di 54-70 che chiude i conti. Per i Thunder 23 punti e 11 rimbalzi di Paul George (6/10 dall’arco), con Steven Adams da 20 e 13. .

Tutto facile, poi, per i Portland Trail Blazers (30-20) che sono passati con il punteggio di 120-106 sul campo dei Phoenix Suns (11-39) conquistando l’ottavo successo negli ultimi 11 turni. Per i Suns, invece, sesta sconfitta consecutiva, la 19esima sul proprio parquet. Anche in questo caso la sfida si è risolta anzitempo, con la squadra dell’Oregon capace di piazzare il break nella fase mediana del match con un 58-45 nei due quarti centrali che ha fiaccato la resistenza di Phoenix. Per Portland solito ottimo contributo di Damian Lillard (24 punti) e CJ McCollum (20 punti) coadiuvati da Jake Layman e Seth Curry che, dalla panchina, ne aggiungono rispettivamente 20 e 17. I Suns, come spesso capita, sono solamente Devin Booker (per lui 27 punti in 30 minuti) con Kelly Oubre jr che, dalla panchina, chiude con 18 punti, 6 rimbalzi e 7 assist.

I Los Angeles Lakers (25-24), ancora privi di LeBron James, cedono in casa 105-120 contro i Minnesota Timberwolves (24-24) e si ritrovano al nono posto nella Western Conference. I giallo-viola incappano nella 11esima sconfitta casalinga (a fronte di 15 successi) mentre i Wolves conquistano solamente l’ottavo successo esterno su 24 match totali. La sfida dello Staples Center si decide nel secondo tempo con Minnesota che nel terzo quarto chiude sul 26-21, quindi nell’ultimo periodo domina la scena con un +13 che manda l’incontro in archivio. Splendide prove di Andrew Wiggins (23 e 8) con Karl Anthony Towns da 27-12-5 e da 3/5 dalla lunga distanza. I Lakers mandano tutto il quintetto in doppia cifra, ma non basta. Senza LeBron James la situazione rischia davvero di farsi irrecuperabile. Il ritorno del “Re” è quanto mai essenziale per i californiani