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Australian Open 2019, Novak Djokovic demolisce Rafael Nadal e conquista il 15° titolo dello Slam
Semplicemente perfetto. Novak Djokovic entra nella storia e conquista il settimo titolo degli Australian Open 2019 di tennis, il 15° sigillo in uno Slam per il serbo. Una prestazione superba del n.1 del mondo, capace di annichilire il rivale di una vita Rafael Nadal (n.2 ATP). Non c’è stato niente da fare per il mancino iberico al cospetto di un Djokovic di questo livello, impostosi con il punteggio di 6-3 6-2 6-3 in 2 ore e 6 minuti di partita. E dunque nel 53° capitolo della serie, Nole ottiene il 28° successo contro l’asso maiorchino, aggiudicandosi anche il terzo Major consecutivo (Wimbledon 2018, US Open 2018 e questo appuntamento a Melbourne).
Make that 1️⃣5️⃣ Grand Slam titles for @DjokerNole.#AusOpen #AusOpenFinal pic.twitter.com/1BpM5da0cd
— #AusOpen (@AustralianOpen) January 27, 2019
Nel primo set, fin dal primo quindici, si intuisce la grande vena del 31enne nativo di Belgrado. La sua palla viaggia ad una velocità incredibile, costringendo Nadal a recuperi affannosi, sempre ai limiti dell’impossibile. A suon di dritti e rovesci molto profondi, Djokovic ottiene il break nel secondo game, concedendo le briciole al servizio, avendo medie incredibili con questo fondamentale: il 100% dei punti ottenuti con la prima (4 ace) e l’83% con la seconda. Con 12 vincenti e appena 3 errori, il serbo mette in mostra un tennis celestiale che gli vale il 6-3, senza apparente fatica.
Nel secondo set la musica non cambia. Nole conosce bene Rafa e il suo spirito combattivo, non recedendo neanche di un millimetro al cospetto del suo avversario. Il n.1 del mondo, lungo la diagonale di rovescio e di dritto, fa la differenza, aprendosi il campo e mettendo a segno tantissimi colpi risolutivi (11), conditi da un solo errore non forzato. Davvero impossibile giocar meglio di così. Il doppio break si materializza nel quinto e settimo gioco, regalando il 6-2 a Novak.
Nel terzo set lo spagnolo prova a variare il suo tennis ma la propria palla è meno penetrante rispetto al rivale che si abbatte come una tempesta nel terzo game. Il break mette in una posizione di comodo il campione nativo di Belgrado, capace anche di respingere con convinzione la reazione d’orgoglio del n.2 del ranking nel sesto gioco, annullando un break point. Riprendendo il suo pressing devastante da fondo, Nole conclude la pratica sul 6-3 con 34 vincenti e appena 9 errori non forzati, firmando anche 8 ace in totale. E, dunque, grazie ad una prova di questo genere, il record di Roy Emerson (6 sigilli australiani) appartiene al passato.
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Foto: LaPresse