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Sci alpino, Mondiali Are 2019: la mina vagante Sofia Goggia in superG. Forma non ottimale, ma la storia insegna che….

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Sofia Goggia ci deve credere. La storia è piena di infortunati e medagliati nella stessa stagione, con recuperi più o meno rocamboleschi, a volte molto meno accurati di quello della campionessa olimpica di discesa libera che si è ripresentata al cancelletto di partenza a Garmisch dopo il problema che l’ha costretta a saltare tutta la prima parte di stagione e l’ha vista chiudere due volte al secondo posto, riaccendendo le speranze di vederla sul podio iridato ad Are.

La condizione di Sofia Goggia non può essere ottimale. Due mesi di stop, una lenta ripresa: manca tanta benzina nelle gambe e magari anche quella capacità mentale di affrontare senza remore due gare veloci come discesa e SuperG ma l’azzurra è una campionessa vera e può superare anche questi ostacoli, dopo aver dovuto fare i conti con l’ennesimo infortunio della sua breve ma intensa carriera. Le rivali la temono e fanno bene perchè lei vuole essere ed ha le carte in regola per essere protagonista.

La storia insegna che tanti campioni del passato si sono trovati a dover recuperare (a volte anche con tempi strettissimi) da infortuni più o meno gravi nell’immediata vigilia di una stagione mondiale o addirittura del Mondiale stesso e in diverse occasioni il recupero è coinciso anche con un trionfo o comunque la conquista di una medaglia perchè la gara di un giorno lascia aperta la possibilità di ottenere un grande risultato anche a chi magari non è al meglio dal punto di vista atletico ma possiede talento e determinazione.

Il primo recupero lampo e anche il più strabiliante fu quello datato gennaio 1985 del campionissimo elvetico Pirmin Zurbriggen. Il 12 gennaio, nella seconda discesa consecutiva sulla Streif, Zurbriggen bissa il successo ottenuto il giorno prima ma non sale sul podio perchè sullo schuss finale si provoca la rottura del menisco del ginocchio destro. Operato d’urgenza in artroscopia, tre settimane dopo è al cancelletto della Stelvio di Bormio nella gara che assegna il titolo Mondiale,. In pochi già credevano potesse camminare dopo 20 giorni e invece lui si getta a capofitto in una delle discese più difficili del mondo e sopravanza di 11 centesimi il compagno di squadra Peter Mueller. A Bormio Zurbriggen, con il menisco ricostruito da meno di un mese, vincerà anche l’oro in combinata e l’argento in gigante entrando nella leggenda dello sci alpino.

Tre anni più tardi, la svedese Pernilla Wiberg, pochi mesi dopo la rottura del legamento crociato del ginocchio, sale sul secondo gradino del podio in gigante alle Olimpiadi di Nagano. Specialisti dei recuperi lampo ma soprattutto vincenti sono stati nei primi anni Duemila i fratelli Kostelic. Janica si ferma per un infortunio e per i problemi alla tiroide per tutta la stagione 2003/2004, rientra a dicembre del 2004 e ai Mondiali di Bormio nel 2005 vince la bellezza di tre medaglie d’oro. Ivica, invece, alla vigilia delle Olimpiadi di Sochi 2014 subisce l’ennesimo intervento al ginocchio (saranno dodici in tutta la carriera) che non gli impedisce di vincere l’argento in Supercombinata.

Marlies Schild, moglie di Benny Raich e sorella di Bernadette, salta completamente la stagione 2008/2009 per infortunio, si ripresenta in coppa del Mondo a inizio 20109 ed a febbraio, alle Olimpiadi di Vancouver, si aggiudica l’argento nello slalom speciale. Aksel Lund Svindal, oltre che di vittorie in Coppa del Mondo, ha fatto incetta di infortuni, più o meno gravi. Dopo essersi rotto il crociato nel 2014 e nel 2016, ad inizio stagione 2017/2018 si procura una lesione al menisco, viene operato e a PyeongChang diventa campione olimpico in discesa libera.

A proposito di atleti ancora in attività, in casa Italia c’è il caso di Elena Fanchini, operata al menisco nel 2004 e argento Mondiale ad inizio 2005. Jean Baptiste Grange si rompe il crociato a marzo 2010 e nel 2011 a Schladming si impone nello slalom speciale del Mondiale, Lindsey Vonn sale sul terzo gradino del podio prima a Vail 2015 in SuperG dopo una stagione di stop e a St. Moritz 2017 dopo un anno dall’infortunio subito a Soldeu. Anna Fenninger Veith è stata argento lo scorso anno alle Olimpiadi di PyeongChang dopo un anno di inattività per un grave infortunio e anche Kjetil Jansrud, dopo essersi procurato un grave infortunio a Schladming nel 2013, un anno più tardi a Sochi si aggiudica l’oro olimpico in SuperG e il bronzo in discesa libera. 

 

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