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Sci alpino, Discesa Mondiali 2019: doppietta norvegese con Jansrud e Svindal. Paris sbaglia ed è sesto

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Apoteosi norvegese nella discesa maschile dei Mondiali 2019 di sci alpino ad Are (Svezia): Kjetil Jansrud, già oro olimpico in superG a Sochi 2014, conquista anche il primo titolo iridato davanti al connazionale Aksel Lund Svindal (+0.02), che quest’oggi ha disputato l’ultima gara della carriera. Il podio è stato completato dall’austriaco Vincent Kriechmayr (+0.33), alla seconda medaglia di questa rassegna iridata dopo l’argento in superG. Fuori dalla top5 Dominik Paris, che ha pagato un vistoso errore nella parte centrale della pista.

La gara è stata fortemente condizionata dal meteo. Prima la nebbia ha costretto gli organizzatori a spostare la partenza di un’ora dalle 12.30 alle 13.30, poi è arrivata anche una nevicata che si è gradualmente intensificata, senza contare anche sostenute raffiche di vento. Peraltro aveva nevicato anche nel corso della notte e ciò aveva contribuito a rendere molto più morbido il manto, condizione ideale per gli scandinavi (e sfavorevole invece per gli italiani).

Jansrud, che in questa stagione non era mai salito sul podio in discesa e non vinceva in questa specialità in Coppa del Mondo da Kvitfjell 2017, ha sfoderato una prestazione perfetta: scorrevole sui piani e preciso nell’affrontare le curve più insidiose. Per soli 2 centesimi ha infranto il sogno del connazionale Svindal di diventare il primo uomo della storia a vincere tre titoli iridati in discesa libera: lo scandinavo saluta comunque il Circo Bianco con la nona medaglia in carriera in un Mondiale.

I due fenomeni scandinavi hanno disputato una gara a parte, se pensiamo che il terzo classificato, Kriechmayr, è giunto al traguardo con un gap di 0.33, sufficiente per precedere di 11 centesimi il campione uscente Beat Feuz: salvo miracoli in combinata, lo svizzero tornerà a casa a mani vuote dalla Svezia. Va detto, ad ogni modo, che i primi a scendere quest’oggi sono stati favoriti, perché la nevicata si è intensificata con il trascorrere dei minuti ed anche la visibilità è peggiorata. Feuz (15) e Kriechmayr (17) hanno dunque pagato dazio in questo senso da Jansrud (6) e Svindal (9).

Chi non ha sfruttato un ottimo pettorale (5) è l’austriaco Matthias Mayer, quinto a 0.65 al termine di una discesa in cui non è sembrato attaccare al massimo delle proprie potenzialità.

Dopo i fasti dei giorni scorsi, l’Italia oggi è rimasta a bocca asciutta. Dominik Paris (pettorale n.13) era partito fortissimo, tanto da stampare il miglior crono al primo intermedio e con un vantaggio di 9 centesimi su Jansrud. L’altoatesino si è poi irrigidito, commettendo un errore vistoso che lo ha costretto a frenare e perdere la traiettoria ideale: per lui sesta piazza finale a 0.74 dalla vetta. E’ sfumato dunque il sogno di centrare la doppietta superG-discesa come in passato era accaduto solo nel 1999 e 2005 rispettivamente con l’austriaco Hermann Maier e l’americano Bode Miller. Per il Bel Paese l’oro in discesa resta un tabù, se pensiamo che l’unico ad essersi laureato campione del mondo resta Zeno Colò (nel 1950 e 1952).

Non ha brillato neppure Christof Innerhofer, 11° a 0.99. L’altoatesino non è riuscito a fare la differenza nel tratto più tecnico, perdendo poi molto nel finale dove occorrevano grandi doti di scorrevolezza. Va considerata positiva, invece, la 13ma piazza di Matteo Marsaglia (+1″17), mentre Mattia Casse ha chiuso 17° a 1″37.

federico.militello@oasport.it

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Foto: Lapresse

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