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Lotta: la lotta femminile cerca ancora la pari dignità

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Il processo che dovrebbe portare alla pari dignità dello sport maschile e di quello femminile è oramai in moto da un po’ di tempo, ma procede a ritmi nettamente differenti a seconda delle varie discipline. Tra quelle che fanno più fatica ad adattarsi, c’è certamente la lotta, probabilmente perché considerata storicamente come un’attività prettamente maschile (così come accade anche nella boxe).

Ai Giochi Olimpici, la lotta femminile è stata introdotta solamente in occasione dell’edizione ateniese del 2004, con l’aggiunta di quattro categorie di lotta libera nel programma a cinque cerchi, che sono poi state confermate nelle Olimpiadi successive. Un numero che stona nettamente rispetto alle sette categorie della lotta libera maschile, alle quali si aggiungono le altrettante categorie della lotta greco-romana, considerando anche che la FILA ai Mondiali di lotta prevede l’assegnazione di sette titoli anche per la lotta libera femminile.

La situazione attuale è quindi questa: alle Olimpiadi, per la lotta femminile sono previste le quattro categorie denominate pesi mosca, pesi leggeri, pesi medi e pesi massimi; ai Mondiali, vengono invece assegnati titoli nelle categorie 48 kg, 51 kg, 55 kg, 59 kg, 63 kg, 67 kg e 72 kg.

Questa incongruenza del programma olimpico ha “costretto” la FILA ad organizzare dei Mondiali di lotta femminile anche durante gli anni olimpici, cosa che invece non accade per la lotta maschile. Un fatto che, se permette a tutte le lottatrici di combattere alla pari per un titolo iridato, rispettando le categorie nelle quali sono abituate a lottare durante tutto il quadriennio, accentua ancora di più la differenziazione tra i due generi in questo sport.

La lotta greco-romana femminile, invece, è ancora lontana dal vedere una propria nascita ufficiale. Qui la resistenza della tradizione è ancora più grande, visto che si tratta di una specialità che affonda le proprie radici nell’antichità, quando combattevano solo gli uomini. Ma se questo ragionamento fosse davvero valido, lo sport femminile non sarebbe mai dovuto esistere. Per ora, comunque, ci accontenteremmo di vedere le sette categorie della lotta libera femminile all’interno del programma olimpico.

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giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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