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Serie A al via: fra incertezze e volti nuovi, è lotta alla Juventus

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La grande attesa è finalmente terminata: dopo oltre tre mesi ricomincia la Serie A, con diciannove compagini pronte a lottare con la Juventus campione in carica per il 109esimo titolo della storia del massimo campionato italiano. Inutile girarci attorno, seppur con Conte squalificato, i bianconeri sono i favoriti per il successo finale, ma quest’anno, senza campioni del calibro di Ibrahimovic, Lavezzi e Thiago Silva, ci apprestiamo a vivere una stagione più divertente che mai.

Con gli acquisti di Asamoah, Lucio, Masi, Giovinco e Isla, infatti, la Vecchia Signora ha rinforzato ulteriormente una rosa già competitiva ai massimi livelli, anche in vista della Champions League, impegno che la priverà certamente di parecchie forze. Per Marchisio, poi, si tratta dell’anno della consacrazione, in attesa di scrivere la storia del club piemontese dopo l’addio di una bandiera come Alessandro Del Piero, mentre dietro Pirlo crescono alla grande i talenti di Marrone e Pogba. A Napoli, Inter, Roma e Milan il compito di impedire il bis bianconero, anche se sulla carta non sarà facile. I partenopei, ceduto Lavezzi, possono comunque contare su un undici che gioca praticamente a memoria, sui gol del duo Cavani-Pandev lanciati da Hamsik e sul talento di Insigne, pronto al salto di qualità nella massima serie, dopo aver stupito a Pescara. La classe, come dimostrato in Under 21, c’è eccome, ora il folletto azzurro deve sfruttarla al meglio. Ottime indicazioni le ha fornite anche l’Inter, già in campo dal 2 agosto per i preliminari di Europa League: una campagna acquisti all’altezza della piazza può infatti permettere ad Andrea Stramaccioni (mago della tattica) di riportare in neroazzurro uno scudetto che manca dall’era Mourinho, con un giusto mix di giovani agguerriti (Coutinho in primis) e giocatori esperti (Milito, Palacio, Sneijder, Cambiasso, ecc..)

Discorso inverso, invece, per Milan e Roma. I rossoneri hanno completamente smantellato la rosa con l’addio dei big e dei senatori e, a meno di colpi dell’ultima ora, partono nettamente sfavoriti: a El Shaarawy il compito di far sognare il Diavolo, insieme a Pato (da verificarne la condizione fisica), Pazzini (se messo in condizione è uno che vede molto bene la porta) e la qualità di Boateng e Robinho. La difesa, però, rimane un’incognita, come pure per la nuova Roma di Zdenek Zeman, tornato in A dopo sette anni. Logico, dunque, aspettarsi dal tecnico boemo il classico gioco con tantissime reti all’attivo (con un attacco che vanta in Destro una stella vera e propria, lanciato in porta dagli assist di Totti, Lamela e Pjanic), ma anche con una quantità di gol subiti mica male, vero limite delle squadre di Sdengo nel corso degli anni. Se, come accaduto nel finale della scorsa stagione a Pescara, i giallorossi riusciranno a diminuire le marcature al passivo, hanno tutte le qualità per competere ai più alti livelli della graduatoria.

Un passo più sotto, ecco Udinese, Lazio e Fiorentina. I friulani, privati di alcune stelle che hanno raggiunto la Champions, ripartono dai giovani (come sempre): attenzione, perciò, a Muriel e Fabbrini, nella stagione del rilancio nella quale non deve sprecare il talento espresso ad Empoli. La Lazio riparte invece da zero acquisti e dai gol di Klose, apparso già in forma, mentre la Fiorentina si è divertita sul mercato. Tantissimi i volti nuovi (Aquilani, Borja Valero, Cuadrado e Pizarro le stelle), ora è tutto nelle mani di Vincenzo Montella, che deve amalgamare al meglio una compagine che possiede tutte le qualità per fare bene, guidata da un fuoriclasse come Jovetic.

Per il resto, poi, spazio a possibili sorprese o a nobili decadute: a maggio sapremo di più. Poco rinforzato il Genoa, che può però spiccare il volo con i gol di Ciro Immobile e le magie di Merkel, mentre Sampdoria e Palermo vogliono ritornare ai fasti di tre stagioni fa, durante le quali lottavano per la Champions. Dei vari Miccoli, Ilicic, Maxi Lopez e Poli l’arduo tentativo, ma Sannino e Ferrara partono con belle ambizioni. Prodromi positivi anche per il Torino di Ventura, che sogna un Bari-bis: un attacco tutto azzurro con Cerci, Sansone, Bianchi e Meggiorini può rilanciare i granata, che però ora devono investire in difesa, dove il solo Ogbonna (comunque ottimo) non può bastare contro Cavani, Di Natale e compagnia bella.

Attenzione a Catania e Parma: i siciliani, ricchi di argentini, puntano sul calcio rapidissimo delle scorse stagioni, mentre i gialloblù vivranno grazie alle reti di due scommesse come Amauri e Pabon, talento da seguire in ottica futura. Sulla carta, infine, si giocheranno la salvezza Atalanta, Bologna, Cagliari, Chievo, Pescara e Siena. I bergamaschi si presentano al via con la medesima rosa del 2011-2012, sperando ancora in Denis e sulla corsa sugli esterni degli italiani Schelotto e Bonaventura, in cerca della consacrazione definitiva nella Dea. Ramirez, Diamanti ed Acquafresca da una parte e Sau e Pinilla dall’altra, invece, hanno il compito di portare a suon di gol emiliani e sardi verso la fatidica quota dei 40 punti, mentre il Chievo non si è rinforzato molto, Di Michele a parte, e se Pellissier e Paloschi dovessero ripetere il trend negativo della passata stagione potrebbe essere un anno veramente difficile. Senza speranze, almeno sulla carta, Pescara e Siena: i primi partono con una rosa giovanissima (attenzione a Weiss, ex City e Chelsea), mentre i ragazzi di Cosmi, senza un vero e proprio bomber (Calaiò e Bogdani non offrono le dovute garanzie), devono pure superare l’ostacolo della penalizzazione di 6 punti. Chissà, però, che non accada un’Atalanta bis.

Eccoci dunque al via. Domani alle ore 18 semaforo verde con Fiorentina-Udinese, poi sarà il momento dello spettacolo: reti, derby, emozioni a non finire, panchine che saltano e nuove stelle in rampa di lancio. Senza dimenticare le polemiche, ormai un (inevitabile) must del calcio nostrano. Pronti?

 

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Foto da: tuttosport.com

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