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Tuffi, Andreas Billi in esclusiva: “Non voglio solo partecipare”

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Andreas Billi è tornato alla riscossa nel panorama dei tuffi azzurri dopo un lungo periodo di infortunio, che l’ha privato anche delle Olimpiadi di Londra 2012. Il 22enne romano, carabiniere dal dicembre del 2008, rappresenta una delle maggiori speranze dell’Italia per tornare a competere con le migliori nazioni al mondo in campo maschile e al recente Quattro Nazioni di Torino ha conquistato un quinto posto dal trampolino 3 metri individuale e una medaglia di bronzo nel sincro con il 18enne cosentino Giovanni Tocci. Adesso, con la mente rivolta già a Rio 2016, si racconta in esclusiva ad Olimpiazzurra.

 

Ciao Andreas, sappiamo che sei recentemente tornato da uno stage negli Stati Uniti durante il quale hai lavorato duramente per migliorare sempre di più: raccontaci questa esperienza.

Mi sono allenato con un tecnico cinese, Hongping Li. Mi ha fatto cambiare il tempismo sulla tavola e ho provato il 109c (il quadruplo e mezzo avanti raggruppato, ndr), ma perlopiù abbiamo lavorato sulla quantità: almeno 40 tuffi ad allenamento. Arrivavo a casa distrutto, a volte non riuscivo nemmeno a preparare la cena e andavo dritto nel letto. La cosa più dura era andare in palestra alle 6 del mattino. Ma è  stata una bella esperienza, da rifare. Ho già in mente un paio di viaggi con Giovanni (Tocci, ndr): Mosca e Sidney”.

 

I risultati si sono visti subito, a Torino sei stato uno degli azzurri che più si sono messi in mostra. Cosa ti aspetti per la prossima stagione, che culminerà in estate con gli Europei di Rostock ed i Mondiali di Barcellona?

Sì, a Torino sono andato abbastanza bene, però ho commesso comunque qualche errore di troppo. Ovviamente la forma non è ancora ottimale e c’è ancora da lavorare. L’obiettivo è ottenere il pass per gli Europei ed i Mondiali. Penso che la chiave per qualificarsi sia la testa, che l’anno scorso è mancata…”.

 

Sia sul tuo sito ufficiale che sul profilo Twitter si legge la tua impazienza rispetto a Rio 2016: quali sono le tue sensazioni a quattro anni dal via dell’appuntamento brasiliano?

Credo che le Olimpiadi siano il sogno di tutti gli atleti. Quattro anni sono tanti, nonostante tutti mi dicano che passeranno in fretta. L’obiettivo è arrivare preparato ai Giochi e fare una bella figura. Ma non bisogna bruciare le tappe, per ora penso agli Europei e i Mondiali di quest’estate”.

 

Nel 2009 hai subito un grave infortunio alla spalla che ti ha tenuto a lungo lontano dalla piscina: cosa ricordi di quei momenti? E’ stato difficile non prendere il via ai Giochi di Londra?

Dolore. Certi momenti rimangono impressi nella mente. Non dimenticherò mai il dolore che ho provato quando sono rimasto in aria nell’avvitamento rovesciato con la spalla di fuori, come non dimenticherò  ciò che ho provato quando agli Assoluti di Torino ho buttato via la qualificazione. Il mio errore è stato non operarmi subito, ma soltanto quando è uscita la seconda volta. Avrei potuto perdere meno tempo, meno allenamenti, meno gare e chissà, forse l’anno scorso sarebbe finita in modo diverso…”.

 

Il sincro da 3 metri con Giovanni Tocci sembra funzionare e potrebbe regalare grandi gioie all’Italia in futuro. Com’è il vostro rapporto? Sentite la responsabilità di poter garantire un roseo futuro al movimento dei tuffi?

Ci siamo trovati subito bene. Abbiamo la stessa serie e siamo ottimi amici.  Quando gareggiamo in sincro lui mi trasmette sicurezza. So che svolgerà bene il tuffo, quindi l’unica cosa a cui penso è a quello che devo fare io. Non sento alcuna responsabilità, quello che faccio è per me stesso, non per gli altri. Stiamo lavorando per arrivare a competere con tutti, quindi proviamo tuffi difficili. A volte non vengono, ma sappiamo che è l’unica strada da percorrere : noi non vogliamo solo partecipare”.

 

Come è nata la tua passione per questo sport? Chi sono i tuoi modelli?

“Corsa, nuoto e calcio non facevano per me. Sono passati a scuola alcuni ragazzi delle Fiamme Oro che cercavano nuovi atleti e così ho scoperto i tuffi. I miei modelli cambiano spesso, ma vorrei avere la capacità di affrontare una gara di Alexandre Despatie (canadese argento dal trampolino 3 metri ad Atene e Pechino, ndr). Sa quello che deve fare, quando e come. Può star male fisicamente ma mentalmente è una macchina da guerra”.

 

Pensi che in Italia i tuffi siano ‘sottovalutati’ rispetto ad altri sport a livello giovanile?      

“Solo a livello giovanile? Io direi in generale…”.

 

Oltre ai tuffi, quali sport ti piace praticare nel tempo libero?

“Da due anni frequento una palestra vicino casa per fare potenziamento. E quando non ho carichi eccessivi faccio un po’ di pugilistica. È fantastico per scaricare la tensione”.

 

Andreas, grazie mille per la disponibilità e buona fortuna per la tua carriera!

“Crepi, grazie mille”.

 

francesco.caligaris@olimpiazzurra.com

Twitter: @FCaligaris

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