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Esclusiva | Michela Moioli: “Un terzo posto di carattere, posso ancora migliorare moltissimo”

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Diciassette anni e un talento immenso. Alla prima stagione tra le grandi dello snowboardcross, Michela Moioli ha conquistato un successo nella tappa di Sochi (speciale in ottica Olimpiadi 2014), un quinto posto ai Mondiali di Stoneham e, grazie ad ottimi piazzamenti, anche il gradino più basso del podio nella classifica generale di Coppa del Mondo. Un evento che, nel femminile, mancava dall’annata 2004-2005, quando Carmen Ranigler chiuse terza alle spalle di Doresia Krings e Deborah Anthonioz. Adesso, a Primavera iniziata e con tutte le gare terminate, la bergamasca sfoglia i ricordi di una stagione indimenticabile e si racconta in esclusiva ad Olimpiazzurra.

 

Michela, partiamo dal quarto posto di Sierra Nevada che ti è valso il podio nella generale: un enorme risultato al primo anno di Coppa del Mondo.

“È un risultato fantastico, anche perché è maturato all’ultima gara con l’acqua alla gola. Alla fine però ho tirato fuori la grinta e sono riuscita a chiudere quarta e, dunque, sul podio. Avrei potuto fare anche meglio, ma va benissimo così”.

 

Che sensazioni ed emozioni hai provato a salire su quel podio insieme a due fuoriclasse del cross come Dominique Maltais e Nelly Moenne Loccoz?

“Ero stupita, non me l’aspettavo proprio ad inizio stagione. È un’emozione assurda, non riesco ancora ad esprimerla”.

 

A Sochi, nella settimana preolimpica, sei arrivata prima. Come ti è sembrata la pista e cosa ne pensi dell’ambiente che si respira in Russia a meno di un anno dai Giochi? Senti di poterti giocare una medaglia?

“Per la medaglia si vedrà, ma il posto mi è piaciuto molto. Le costruzioni sembrano eterne, mi chiedo come faranno a finirle entro l’anno prossimo. La neve è perfetta e la pista, sebbene sia molto lunga, è veramente fantastica”.

 

Oltre ai prestigiosi risultati individuali, sei arrivata anche due volte sul podio nel team event con Raffaella Brutto. Com’è il rapporto con la tua compagna? E con la selezione maschile?

“Raffaella ed io andiamo d’accordo, anche se a volte rischiamo di litigare a causa dei nostri caratteri forti. Passiamo molto tempo insieme e ci vogliamo bene, stesso discorso per la componente maschile: c’è un clima bellissimo e ci sentiamo come una famiglia”.

 

Mondiali di Stoneham: oltre ad una storica finale con due azzurre in gara e al freddo polare, cosa ricorderai sempre della rassegna iridata canadese? Considerando come è evoluta la tua stagione dopo quel quinto posto, sei soddisfatta o c’è ancora un po’ di rammarico?

“Mi spiace molto, ero terza ma sono caduta dopo un salto anche a causa della stanchezza e della sfortuna. Però a pensarci bene sarebbe stato troppo un podio subito ai Mondiali, ci sarebbe stata troppa pressione su di me. Quindi è quasi meglio che sia andata così, perché da quel momento in poi ho sempre centrato la finale ad eccezione di Blue Mountain. Il mio obiettivo canadese, ovvero chiudere tra le migliori sei, l’ho comunque raggiunto, quindi sono soddisfatta”.

 

Lo snowboardcross è una disciplina emozionante come poche e a tratti imprevedibile. Tra curve, salti e sorpassi a velocità folli non è facile rimanere in piedi: come si fa ad ottenere la giusta continuità nelle posizioni di vertice?

“Penso che bisogna avere un carattere forte per vincere la tensione e la pressione in gara. Poi ci vuole la fortuna, perché nei contatti non si sa mai chi riuscirà a stare in piedi. E ovviamente serve la bravura: senza quella non vai lontano”.

 

Sforiamo leggermente argomento e parliamo di parallelo: Fischnaller ha perso, per il secondo anno di fila, la Sfera di cristallo per pochi punti ai danni di Andreas Prommegger: come valuti la stagione dell’azzurro? Quale pensi siano state le cause della sconfitta?

“Roland è stato sfortunato perché sono state annullate due gare, una a Sochi (PSL, ndr) e una a Sierra Nevada (PGS, ndr) dove avrebbe potuto guadagnare punti importanti. Peccato, lui è un esempio da ammirare: si allena con costanza ed è un vero professionista, lo dimostrano i risultati ottenuti in Coppa del Mondo e ai Mondiali”.

 

Come è nata la tua passione per lo snowboardcross?

“Ho iniziato a praticare lo snowboard da piccola, ma non c’era la possibilità di fare gare freestyle e quindi ho cominciato a fare il boarder. Mi è piaciuto fin da subito e ho sempre cercato di migliorare in questa disciplina”.

 

È terminata la tua prima stagione da professionista e hai chiuso terza. Che voto ti daresti? E alla nazionale di snowboard, che ha centrato per la prima volta quota 14 podi, oltre che due medaglie mondiali e una Coppa di specialità?

“Non mi piace dare voti, perché in un numero non si riesce veramente ad esprimere come sia andata realmente la stagione. Sotto alcuni punti di vista siamo stati bravissimi, in altri c’è tanto da migliorare. Io in primis ho ancora moltissima strada davanti”.

 

Adesso, a soli 17 anni, il futuro ti sorride a trentadue denti: obiettivi per l’anno prossimo? Ti aspettiamo a Sochi…

“Spero di riuscire ad andare alle Olimpiadi, ma sono ancora giovane e non voglio avere troppe pressioni. Se otterrò un gran risultato ben venga, altrimenti avrò tutta una carriera davanti: non mi piace creare tensioni eccessive”.

 

Ciao Michela e grazie mille per la disponibilità, ancora complimenti vivissimi per la stagione e buona fortuna per il futuro.

“Grazie mille e Buona Pasqua. Alla prossima”.

 

francesco.caligaris@olimpiazzurra.com

Twitter: @FCaligaris

Nella foto: Michela, la prima da destra, sorride sul podio della generale di Coppa del Mondo

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