Calcio
Tra progetto, stadi di proprietà e una storica finale di Champions: l’ascesa del calcio tedesco
Mai nella storia del calcio recente una squadra aveva umiliato al Camp Nou il Barcellona con un secco 3-0. Certo, c’erano stati netti successi (il 2-1 del Real Madrid di Mourinho nella scorsa Liga) e sporadiche imprese (il 2-1 del Rubin Kazan in Champions), ma mai una tale prova di forza come quella del Bayern Monaco dell’altro giorno, capace di vincere non grazie alla classica “partita perfetta” ma semplicemente perché superiore ai bluagrana.
Il 7-0 totale è infatti sintomo preciso che le gerarchie nel mondo del pallone stanno cambiando. Messi e compagni, dopo un sensazionale lustro di successi, si sono dovuti inchinare davanti allo strapotere di Robben, Ribery e di tutta la compagine guidata da Jupp Heycknes, alla terza finale europea in quattro anni. I bavaresi, alla ricerca del primo successo dopo il 2001 per rompere la maledizione, sfideranno a Wembley il Borussia Dortmund, che nell’altra semifinale ha eliminato il Real Madrid del favoritissimo José Mourinho. I gialloneri, vincitori per 4-1 all’andata con una prestazione entusiasmante, hanno tenuto bene il campo anche al Bernabeu sfiorando più volte la via del vantaggio e hanno rischiato solo ad inizio partita e nel finale, quando sono arrivati i due gol dei madrileni utili solo per infiammare i minuti di recupero. Il 25 maggio, a Londra, andrà dunque in scena la prima finale tutta tedesca della storia della Champions League.
In principio fu dominio Spagna con Real Madrid-Valencia (2000), poi Milan-Juventus tre anni più tardi per coronare l’egemonia italiana e nel 2008 riscatto inglese firmato da Manchester United-Chelsea. Adesso, invece, un po’ come in economia sorride la Germania, protagonista di una vera e propria ascesa a livello europeo nelle ultime stagioni. Ma a cosa è dovuto questo miracolo teutonico?
Innanzitutto, grazie all’assegnazione dei Mondiali del 2006, la Bundesliga ha totalmente rinnovato il proprio look. Le squadre si sono dotate di impianti all’avanguardia (l’esempio lampante è l’Allianz Arena di Monaco) e, soprattutto, di proprietà. Il che significa, senza troppi giri di parole, ricavi esponenzialmente in aumento: ecco perché, per la prima volta dopo tanto tempo e in ottica Fair Play Finanziario, i club di vertice godono anche di una sana economia e possono vantare bilanci in attivo. Da elogiare anche il lavoro dei dirigenti delle due società, in particolar modo per quanto concerne il Borussia Dortmund. Gli undici scesi in campo a Madrid, infatti, sono costati sul mercato appena 40 milioni di euro: per intenderci, meno della metà del solo Cristiano Ronaldo, prelevato per 94 milioni dal Manchester United. Il direttore sportivo Micheal Zorc e i vari colleghi, dunque, hanno plasmato un’orchestra guidata saggiamente da Jürgen Klopp con un badget ridotto, che adesso si giocherà la seconda finale di Champions a distanza di sedici anni dalla vittoria nel 1997 con la Juventus. E, una volta ceduti gli interpreti, godrà di plusvalenze da sogno, per continuare nuovamente con la politica degli investimenti vincenti e mirati sui giovani.
Era solo l’inverno del 2010 quando la Germania superava, nonostante il trionfo dell’Inter a Madrid sul Bayern, l’Italia nel Ranking Uefa. In meno di tre anni i teutonici hanno compiuto passi da gigante, mentre la Figc è rimasta ancorata alle sue vecchie e instabili illusioni post Mondiale 2006. Adesso Wembley è pronto ad accogliere lo spettacolo di Bayern Monaco-Borussia Dortmund, qui invece la situazione è desolante con il Portogallo a soli 300 punti dal nostro quarto posto. Germania über alles, Italia ad un passo dal baratro.
francesco.caligaris@olimpiazzurra.com
Twitter: @FCaligaris
Foto da: EPA/ANDREAS GEBERT