Calcio

Calcio: giovani italiani in Serie A, i numeri sono impietosi

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La Serie A sta vivendo un periodo di profonda crisi, e con essa l’intero calcio italiano. O è il contrario? Difficile dire quale sia la causa e quale l’effetto, ma un dato su tutti spicca in maniera inequivocabile: i giovani azzurri titolari nel massimo campionato sono pochissimi. I numeri, infatti, parlano chiaro e – francamente – c’è ben poca carne al fuoco per sbagliare i conti. Analizzando le formazioni tipo delle venti squadre di A la media è infima: 1.25 under 26 per compagine, includendo nel conto anche Stephan El Shaarawy (21) che nel Milan della prima parte di stagione ha trovato pochissimo spazio a causa di numerosi infortuni. Il tasso scende invece a 0.65 considerando gli under 23: una miseria in rapporto ai principali campionati esteri.

La ricerca evidenzia dunque il problema centrale del calcio nostrano: manca la fiducia nel lanciare i giovani e ciò penalizza anche le nazionali. Un esempio su tutti è quello dell’under 21 di Luigi Di Biagio, costretta a rincorrere i play-off di qualificazione agli Europei 2015 – e soprattutto alle Olimpiadi di Rio 2016 – con una rosa composta per lo più da calciatori di Serie B, molto meno esperti dei colleghi belgi e serbi con già all’attivo presenze in Champions e Europa League e con i quali risulta complicato conquistare i tre punti.

La palma di “squadra più coraggiosa” va al Sassuolo, che vanta Luca Antei (21), Luca Marrone (23), Domenico Berardi (19) e Simone Zaza (22). Gli ultimi tre, tuttavia, sono di proprietà della Juventus, che come il Milan ha iniziato da qualche stagione una politica di ringiovanimento puntando sui prodotti del vivaio o comunque italiani. Stesso discorso per Ciro Immobile (23, otto gol con il Torino) e Manolo Gabbiadini (22), in rampa di lancio con la maglia della Sampdoria. Se i bianconeri possono godersi i frutti delle proprie scelte, però, in casa rossonera l’aria è cupa: Mario Balotelli (23) fa parlare di sé più per i colpi di testa che per le prodezze, il già citato Faraone fa la spola tra l’infermeria e la tribuna vip e non bastano le buone prestazioni di Mattia De Sciglio (21) e Andrea Poli (24) per salvare la baracca. Riccardo Saponara (22), inoltre, è stato fortemente voluto da Massimiliano Allegri ma non ha ancora goduto dello spazio necessario e presto potrebbe essere girato ad una provinciale in qualche operazione di mercato.

Abbassano la media, invece, Bologna, Lazio e Udinese: zero giovani italiani per questi tre club, che (sarà un caso?) navigano in acque complicate. Il Catania ultimo in classifica non è da meno, sebbene da qualche tempo Alberto Frison (25) difenda la porta etnea al posto di Mariano Andujar. Anche il Parma non si salva nonostante le sporadiche apparizioni di Nicola Sansone (22), in rete a San Siro contro l’Inter. Passando alle big, abbiamo già analizzato la situazione lungimirante della Juventus e quella complicata del Milan: restano l’Inter (Andrea Ranocchia unico baluardo, 25), Napoli (Lorenzo Insigne, 22), Fiorentina (Giuseppe Rossi, 26 e quindi non più un giovanissimo nonostante i due anni ai box per infortunio) e Roma (Mattia Destro ed Alessandro Florenzi, 22). Comunque, troppo poco per chi dovrebbe rappresentare l’orgoglio italiano anche (e soprattutto) in campo europeo.

Leggere note di merito per due realtà che puntano su giovani portieri: il Genoa sta godendo del riscatto di Mattia Perin (20) dopo l’annata buia di Pescara, il Livorno si sente sicuro con Francesco Bardi (21) di proprietà dell’Inter e in difesa ha permesso a Federico Ceccherini di totalizzare già 17 presenze. La sorpresa Hellas Verona, infine, non è da meno delle colleghe e pone sul piatto il solo Jorginho (22), mastino dai piedi educati che ora fa gola a tutte le big d’Europa.

 

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