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Calcio

Mondiali Brasile 2014: magia di Messi al 91′, l’Argentina va

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Chi, se non Lionel Messi? Dopo novanta minuti apatici, con una brutta Argentina ben bloccata da un rapido Iran (a tratti anche vicino al vantaggio), il quattro volte Pallone d’Oro dimostra tutta la sua immensa classe e decide la partita con un gran gol nel recupero.

Il primo tempo della Seleccion, proprio come nell’esordio contro la Bosnia, è tutt’altro che esaltante. Non basta il passaggio dal 5-3-2 della prima gara al 4-3-3 del secondo tempo di domenica e dell’avvio di oggi per scardinare il muro iraniano, ben organizzato e in costante raddoppio su Messi e compagni. Le occasioni migliori capitano a Higuain (titolare dopo l’ottimo ingresso nella partita inaugurale) e a Rojo, ma il risultato non si schioda dallo 0-0. Al 42′, su corner, Hosseini sfiora di testa il clamoroso vantaggio medio-orientale: palla di poco a lato.

La ripresa, invece, è molto più viva e divertente. Il merito, però, è incredibilmente dell’Iran: l’Argentina si allunga nel tentativo di sbloccare il match e la compagine di Queiroz sfiora il gol al 67′ con un’incornata di Dejagah: Romero salva in corner. A venti minuti dalla fine Sabella getta nella mischia Lavezzi e Palacio, fuori Aguero (ancora impalpabile in questo Mondiale) e un Higuain appena sufficiente. Rojo va vicino all’incrocio dei pali con una conclusione dalla distanza, poi l’attaccante dell’Inter impegna l’estremo difensore iraniano di testa da posizione defilata.

All’86’ un brivido scorre nelle schiene del popolo albiceleste: contropiede di Ghoochannejhad e gran salvataggio in tuffo di Romero. Messi, intanto, cammina per il campo: come con la Bosnia, la sua non sarà ricordata come una prestazione esaltante. Esattamente come contro i bosniaci, però, la Pulce decide di caricarsi sulle spalle la propria squadra e gonfia la rete al 91′ per il gol della vittoria dell’Argentina con un mancino a giro da 25 metri. Sabella può sorridere solo per il risultato, il gioco ancora non c’è. Con in squadra Messi, però, a volte se ne può fare a meno.

 

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