Mondiali Brasile 2014: Argentina-Olanda tra passato, presente e futuro

Una sfida romantica, tra due nazioni che da sempre rappresentano il calcio mondiale. L’Argentina, due Mondiali vinti, e l’Olanda, tre finali perse. Una partita che non vivrà solo di un presente chiamato San Paolo ore 22, ma anche di passato e di futuro. Perché c’è un filo che collega questo match ai Mondiali trascorsi e alla finale di Rio de Janeiro di domenica sera. Un filo di storie e fuoriclasse di questo sport.

Le due squadre di sfidarono proprio in Argentina, a Buenos Aires, nella finale del 1978. Un Mondiale a cui l’Olanda di Johan Cruijff arrivava da favorita numero uno dopo aver perso quello di quattro anni prima contro la Germania. Il calcio totale dell’Arancia Meccanica, tanto rivoluzionario quanto perdente, non giunse mai al proprio coronamento: una Seleccion spinta dal regime militare, con l’esercito a bordo campo, trionfò nel Mondiale di casa pur senza un giovanissimo Diego Maradona, abile a rifarsi due edizioni dopo in Messico. Gli oranje, dopo aver rifilato una netta cinquina alla Spagna (vincitrice nel 2010 proprio su Robben e compagni) hanno la ghiotta possibilità di cancellare le lacrime del passato. E in finale, guarda caso, c’è proprio la Germania.

L’Argentina, invece, sogna il colpaccio in casa dell’odiato Brasile. Pur senza Di Maria, c’è un Messi in stato di grazia e un Higuain che si è sbloccato nella semifinale contro il Belgio. Le ambizioni della compagine di Sabella, capace di rendere ben più quadrata la difesa rispetto alle prime uscite, passano molto dai gol del Pipita, oltre che dalle magie della Pulce. Su di lui si concentreranno infatti le marcature olandesi e Higuain e Lavezzi potrebbero godere di grande libertà. Per sognare il Maracanà, e la terza finale della storia del Mondiale contro i tedeschi.

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