Calcio

Mondiali Brasile 2014: difensori goleador sempre più decisivi

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Abbiamo esultato per una notte intera – e sicuramente di più – quando nel 2006 l’Italia ha alzato al cielo di Berlino la sua quarta Coppa del Mondo. Ma chi furono i protagonisti inattesi di quel trionfo? Due difensori, uno del Palermo e l’altro dell’Inter: Fabio Grosso e Marco Materazzi. Destino da sogno per il primo, autore del gol del vantaggio sulla Germania al 118′ della semifinale con un mancino a giro degno di Maradona e del rigore della vittoria sulla Francia in finale. Storia ancor più incredibile quella del secondo, partito per la Germania come riserva e divenuto titolare nella terza sfida del girone a causa dell’infortunio dopo pochi minuti di Alessandro Nesta. Materazzi entra e segna alla Repubblica Ceca, aprendo la strada verso gli ottavi. Contro l’Australia è espulso, salta l’Ucraina, torna per la semifinale. E in finale, dopo aver causato il fallo da rigore, buca Barthez di testa per l’1-1 azzurro. E, non contento, è anche infallibile dal dischetto con un sinistro potente e preciso.

Mondiali e difensori goleador, la storia ne è piena. Almeno a partire dal 1974, quando la bella e impossibile Olanda di Yohan Cruijff rivoluziona la storia del calcio e porta anche gli uomini del reparto arretrato a rendersi pericolosi in avanti. Anche se va ricordato che nel mirabolante Italia-Germania di Messico ’70 ben due dei sette gol finali furono messi a segno da due difensori, il rossonero Schnellinger e il nerazzurro Burgnich. Negli anni ’80 è quasi tutto un altro sport, con la mitica figura del libero che non disdegna folate offensive: Gaetano Scirea nel Mundial ‘’82 è l’esempio azzurro, ripreso poi da Franco Baresi un decennio dopo. La leggendaria bandiera del Milan, però, ha sulla coscienza l’errore fatale dal dischetto nella finale del 1994 contro il Brasile: esempio di difensore decisivo, purtroppo, nel male.

Si giunge alla storia moderna: Carles Puyol è il mattatore di testa della semifinale del 2010 tra Spagna e Germania, successo che spiana la strada alla Roja verso il primo titolo della propria storia. E, passando al 2014, quattro reti sono decisive: Diego Godin per l’eliminazione dell’Italia di Cesare Prandelli, Mats Hummels per la qualificazione della Germania sulla Francia e i brasiliani Thiago Silva e David Luiz (non nuovo a magie su punizione, lui che saprebbe ricoprire perfettamente anche il ruolo di centrocampista) nel 2-1 sulla Colombia.

Uscendo dall’avventura mondiale, anche la Champions League è stata spesso decisa da difensori. Il Real Madrid stava per veder sfumare la Decima a fine maggio, prima dell’incornata di Sergio Ramos che è valsa il pareggio al 91′. Prima ancora, il bolide di Ronald Koeman ha frantumato nella suggestiva cornice di Wembley il sogno europeo della Sampdoria di Vujadin Boskov: era il 1992 e il difensore-goleador olandese ha firmato l’1-0 del Barcellona sui blucerchiati. Altri tempi, ma la storia rimane: Brasile 2014 è il Mondiale dei numeri 10 (Messi, James Rodriguez, Neymar, Sneijder, Benzema) e anche dei difensori.

 

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