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Calcio: progetto giovani italiani in fumo. Milan-Cristante, perché?

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Due stagioni fa fu Marco Verratti, ma in contesti diversi. Dal neopromosso Pescara all’ambizioso e ricchissimo Paris Saint-Germain, un salto che non capita tutti i giorni. Beffati Napoli e Juventus, che per pochi milioni di euro hanno perso uno dei talenti più cristallini del calcio italiano. Ieri, lo stesso. Anzi, decisamente peggio: il Milan, che negli ultimi anni ha fatto del “progetto giovani” il proprio credo in ogni austero mercato composto per lo più da parametri zero, cede a titolo definitivo il centrocampista classe 1995 Bryan Cristante al Benfica e lo rimpiazza con il ’92 olandese Marc Van Ginkel, in prestito secco dal Chelsea.

Evidentemente, e lo capirebbe anche chi di calcio ne mastica poco, c’è qualcosa che non va. Non nel Milan, perché non è la sola società di Serie A a perdere così giovani talenti italiani, ma in tutto il sistema calcistico del Bel Paese. E allora sbagliano Carlo Tavecchio e Antonio Conte, rispettivamente presidente della Figc e commissario tecnico della Nazionale, a lanciare messaggi d’allarme sui troppi stranieri nel nostro campionato. Sbagliano perché bisognerebbe alzare di più la voce, perché la solfa non è ancora stata compresa. E difficilmente cambierà qualcosa a breve, visti i troppi interessi che circolano tra le dirigenze e i procuratori dei fantomatici fuoriclasse stranieri. A costo di cercare il nome, il colpo dal Sudamerica, si perde un giovane italiano talentuoso. Non si può più andare avanti così, il Mondiale brasiliano ne è stata l’ennesima conferma.

Probabilmente, decisiva è stata la volontà dello stesso Cristante di volersi trasferire a Lisbona per provare a giocarsi le carte da titolare in SuperLiga e in Champions League. Troppa concorrenza al Milan, nonostante l’infortunio di Riccardo Montolivo, per poter crescere nella maniera migliore. Ma i rossoneri non sono più quelli di una volta: possibile che un giovane regista di buone prospettive – quattro presenze ed un bel gol nella scorsa Serie A – non trovi spazio in una rosa affamata di riscatto dopo l’ottavo posto del 2013-2014? Possibile che Filippo Inzaghi, che l’ha avuto in Primavera l’anno scorso, non abbia fatto di nulla per tenerlo? La cessione a 6 milioni è comunque una cifra bassa, per un buon giocatore che forse non diventerà un fuoriclasse, e rappresenta l’ennesima testimonianza del calo del calcio italiano anche nell’appetibilità dei propri elementi.

Destinazione Benfica, dunque, per Cristante. Il Portogallo, o meglio dire genericamente l’estero, lo farà crescere e valorizzare meglio che l’Italia. Sicuramente. A noi rimane la speranza che possa ricucirsi un posto importante nella Nazionale del futuro, al Milan quella che non si riveli un crack perso troppo agevolmente nell’ultimo giorno di un mercato più che sufficiente per acquisti funzionali al progetto. Alla Serie A, invece, l’ennesima onta di vergogna: avanti così, verso il baratro.

 

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francesco.caligaris@olimpiazzurra.com

Twitter: @FCaligaris

Foto da: profilo Twitter Bryan Cristante

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