Scherma
Scherma: Arianna Errigo, voce del verbo vincere
TORINO – Cancun, Saint Maur, Torino. E volendo abbondare, anche Kazan. Nelle ultime quattro gare cui ha partecipato tra Mondiali e Coppa del Mondo, Arianna Errigo ha sempre vinto. Quattro su quatto. Poker. La bicampionessa iridata suggella il proprio ennesimo anno d’oro e termina la seconda parte del 2014 da imbattuta. Il modo migliore per staccare momentaneamente la mente ora sono le vacanze. Poi via, con il percorso di avvicinamento a Rio 2016. Appuntamento che rappresenterà la ciliegina sulla torta di una carriera meravigliosa. Ma il Brasile è ancora lontano: “Non ci penso ancora tanto – commenta la brianzola in conferenza stampa -, o almeno non ho la pressione delle selezioni. Non ci possiamo fare niente: due sono i posti e in due andremo alle Olimpiadi. Se non ci andrò io, vorrà dire che altre due mie compagne avranno fatto di meglio. Io darò il massimo e per ora mi sta riuscendo tutto bene“. Molto bene, verrebbe da dire. Divertimento per sé in pedana e per il pubblico sugli spalti. Ad oggi Arianna Errigo incarna l’onnipotenza schermistica. Poco da aggiungere.
I bambini del PalaRuffini si dividono. Metà per TsunAry, metà per Elisa Di Francisca. Sconfitta in finale e poco contenta. Giusto così: da una cannibale ad un’altra, nessuna vorrebbe mai perdere. La jesina cede 15-7 pagando le partenze a rilento, costante negativa della sua giornata piemontese. Contro la polacca Malgorzata Wojtkowiak, nei quarti, era andata bene: da 2-7 a 15-12. Contro la baby russa Adelina Zagidullina, in semi, anche: da 0-5 a 15-11. Contro Arianna Errigo, una che quando parte con le stoccate consecutive può anche arrivare fino a quota 12 come contro la tedesca Carolin Golubytskyi, nulla da fare dopo l’iniziale 0-4. “Perdere con lei ci sta – l’analisi della marchigiana in conferenza -, ma non sono contenta della mia scherma di oggi. Un chiaro segnale sono state le tante stoccate subite a inizio assalto: mi trattenevo, quasi come se avessi paura. E’ vero, ho passato un periodo difficile per colpa della schiena, ma ora devo ritrovare la giusta serenità“. La parola Olimpiade – da oro uscente – è quasi ancora un tabù, tra scherzo e timore: “Non ci voglio ancora ragionare, sarebbe un’ossessione che mi mangerebbe viva. La concorrenza interna è spietata, ma ben venga che ci sia. Siamo forti, dimostriamolo“.
A Torino uno dei momenti più emozionanti di questo sabato dedicato fioretto è firmato da Camilla Mancini, fuoriclasse tra le under 20 nelle passate stagioni. Nel tabellone delle 32 spicca infatti il suo 15-14 su Inna Deriglazova, assalto da ricordare a lungo: “Contro la russa ho tirato ‘alla morte’, sempre concentrata fino alla fine. Sul 14-14 ho fatto un piccolo capolavoro“. Poi, però, lo stop agli ottavi: “Peccato non aver trovato la stessa continuità dopo, devo crescere sotto questo punto di vista perché la Coppa del Mondo non perdona nulla“. Piazzamento nelle 16 anche per Marta Cammilletti, protagonista di una giornata ricca di rimonte prima di cedere contro Elisa Di Francisca: “Ho dato tutto, ma non c’è stato niente da fare“. Ko prematuri tra polemiche e nervosismo per Valentina Vezzali e Martina Batini: poca voglia parlare, con la silenziosa promessa che il riscatto arriverà quanto prima.
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Foto da: Augusto Bizzi/Federscherma