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Tuffi: Giulia Belsasso si allena in Canada, patria di piattaformiste

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Continua il progetto di crescita dei tuffatori azzurri, che non vogliono farsi trovare impreparati quando dopo Rio 2016 la fuoriclasse Tania Cagnotto dirà basta con l’agonismo. La novità del 2014-2015, sulla strada verso i Mondiali di Kazan e le Olimpiadi brasiliane, sono le tante esperienze all’estero che stanno vivendo in questi mesi molti atleti italiani. Noemi Batki, argento europeo lo scorso agosto a Berlino, è stata a Plymouth (Inghilterra) per allenarsi a stretto contatto con Tonia Couch e Sarah Barrow, oro dalla piattaforma tedesca. L’ha seguita Andy Banks, tecnico che portò il britannico Thomas Daley sul tetto del mondo a soli 15 anni a Roma 2009 e al bronzo olimpico di Londra 2012.

Noemi Batki lo scorso autunno in partenza per Plymouth, dove ha lavorato fino a metà dicembre

Andreas Billi ed Elena Bertocchi hanno invece scelto il Messico. Il primo è stato a Guadalaraja dallo scorso 11 settembre: qualche infortunio di troppo – di recente ha subito una frattura all’orbita a causa di un ingresso in acqua di volto – non ha fermato la sua preparazione con coach Ivan Bautista e il romano è appena tornato in Italia per dimostrare i propri progressi nella prima gara di qualificazione per gli Europei di Rostock. La milanese ha preferito Monterrey nello scorso autunno, ricalcando quanto già vissuto nell’ottobre 2013.

Tommaso Rinaldi, trampolinista classe 1991, è in Canada. Prima di Natale ha lavorato a Toronto, ora si trova a Montreal. Con lui c’è un’altra azzurra, più giovane ma ugualmente promettente: Giulia Belsasso. Triestina nata nel 1996, in carriera ha sfiorato il podio europeo junior, fermandosi al quarto posto per una manciata di punti a Poznan 2013. Nel 2014, a Bergamo, è invece giunta quinta, frenata da un problema muscolare occorso qualche giorno prima delle gare. Nella scorsa stagione, seppur ancora nella categoria giovanile, ha ottenuto il pass per gli Europei senior di Berlino. Non vi ha però partecipato, secondo una direttiva federale che ha preferito farle ultimare il percorso junior con i Mondiali di Penza. Adesso è giunto il momento del grande salto, preceduto dal prezioso argento al Camo Invitation dello scorso dicembre. Proprio in Canada, a Montreal, dove nel gennaio 2015 transiterà un treno importante della sua carriera.

Mi alleno con Aaron Dziver e con lui sto preparando due tuffi nuovi“, racconta a OA la 18enne piattaformista. Nello specifico si tratta del triplo e mezzo avanti e di un avvitamento ancora top secret, necessari per adeguarsi alle recenti normative federali sui coefficienti di difficoltà. Dziver, tecnico della nazionale della foglia d’acero, è uno che i tuffi li ha nel sangue. E anche nel cognome, quasi. Spetterà a lui il compito di guidare Giulia verso i primi passi da big, sulla scia di tuffatrici che da anni competono per le più alte vette internazionali. “Nella piscina olimpica di Montreal lavoro al fianco di atlete di livello olimpico come Jennifer Abel, Pamela Ware, Megan Benfeito, Roseline Filion“. Trampoliniste le prime due, che Tania Cagnotto conosce molto bene, piattaformiste le seconde. E che piattaformiste. Palmarès da invidia: bronzo olimpico a Londra e argento iridato a Barcellona 2013 nel sincro da 10 metri.

Il podio della piattaforma senior all’ultimo Trofeo di Natale: Belsasso argento, Batki oro e Bertocchi bronzo

Belsasso, che al momento è la seconda punta dell’Italia dalla piattaforma dopo Noemi Batki, ha solo da crescere. Può risultare una carta vincente in futuro, in una specialità in cui scarseggiano i volti nuovi – almeno in campo europeo – e che spaventa molte atlete. Non lei, lanciata dal Canada verso la possibilità di difendere i colori azzurri agli Europei di Rostock e ai Mondiali di Kazan. Tutta esperienza che tornerà molto utile nei prossimi anni, perché la vera carriera è solo agli inizi. Intanto, il suo anno è iniziato a Cuba, sempre con la spedizione canadese e gli infiltrati speciali Tommaso Rinaldi e Javier Illana (Spagna). “Siamo tornati da Cuba tre giorni fa – continua la triestina -, dopo un collegiale di ripresa post feste. Quindi si è trattato solo di preparazione fisica: ci svegliavamo alle 7 per essere in spiaggia a fare ginnastica alle 7.30, colazione e avevamo il pullman alle 9.15 che ci portava in piscina, dove facevamo un’ora o un’ora e mezza di altra ginnastica e un’ora e un quarto di acqua. Dopo il pranzo in hotel si stava un po’ in spiaggia per poi riprendere l’allenamento alle 17. Il pomeridiano consisteva ancora in ginnastica o palestra pesi e a volte ci facevano giocare a pallavolo in spiaggia“. Ginnastica, tanta ginnastica. La differenza tra l’Italia e il resto del mondo passa anche da qui e solo di recente gli azzurri si sono adeguati.

Tommaso e Giulia (che ci manda interessanti foto della struttura di Montreal, piscina e palestra) torneranno in patria a fine mese, per recuperare dal jet leg e prepararsi al meglio per i Campionati Italiani di categoria indoor di Trieste in programma dal 6 all’8 febbraio. Alla Bruno Bianchi si inizierà già a fare sul serio a molti mesi di distanza dalla densa estate preolimpica con Europei e Mondiali.

Una parte della palestra di Montreal

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Trampolini per lavorare a secco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ancora spazi per gli allenamenti a secco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La piscina che ha ospitato le Olimpiadi 1986

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un altro scorcio della piscina con spalti monumentali

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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francesco.caligaris@olimpiazzurra.com

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Elisa Dibiasi/Bergamo 2014

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