Calcio
Calcio, Europa League: l’Italia cinquetta
E’ un’Italia che per una sera dimentica tutti i problemi recenti (e meno) targati pallone e unisce. Tutti. Il campanilismo rimane in disparte quando in poche ore arrivano le imprese di Fiorentina e soprattutto Torino, la finalmente solida resistenza mentale della Roma e i successi comodi di Inter e Napoli. Il calcio azzurro ha cinque squadre agli ottavi di finale dell’Europa League, senza dimenticare la Juventus che attualmente guida la doppia sfida di Champions con il Borussia Dortmund per 2-1.
Riscatto? Rinascita? Panacea di ogni male? Nulla di tutto questo, ma qualcosa di ben più semplice. La testa. La mentalità. Il non sottovalutare quella competizione che adesso non ci sta più stretta, perché la crisi si è fatta sentire. Meno riserve, maggior consapevolezza di potere e dovere fare strada. Perché i mezzi ci sono. Alla grande. Dai talenti nerazzurri, giallorossi e partenopei alle scommesse vinte della viola nel mercato di gennaio, il folletto Salah su tutti. E l’organizzazione dei granata, che parevano spacciati e invece sono riusciti a espugnare per primi il tempio di San Mamés. In piena terra basca, dove l’attaccamento alla fede è tutto. E non è un caso che sia stato proprio il Toro a compiere l’impresa più bella. Onore a Giampiero Ventura, onore a un pubblico che non è mai venuto meno. Il sogno, per tutti, continua.
Non era mai capitato, nella storia tricolore dell’Europa League. Ora bisogna confermare e osare. Vietato fermarsi, perché l’occasione è ghiotta. Anche se aleggia lo spettro derby, come il tiratissimo Fiorentina-Juventus dell’anno scorso. Lo scopriremo tra poco, alle 13 da Nyon. Intanto la strada è segnata: il calcio italiano ha finalmente capito la sua reale identità. Che non per forza dovrà essere definitiva, anzi, ma che passa senza dubbio attraverso momenti di consapevolezza dei propri limiti. Siamo da Europa League, almeno proviamo a vincerla.
Di seguito il ranking Uefa provvisorio della stagione 2014-2015: 1. Spagna 14.642, 2. Italia 13.833, 3. Germania, 13.571, 4. Inghilterra 12.857, 5. Francia 10.250
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Foto da: profilo Twitter La Stampa