Calcio
Calcio, under 21: l’Italia c’è nonostante il ko. Il gruppo è l’arma in più
Sono cinque le sconfitte di Luigi Di Biagio sulla panchina dell’Italia under 21. E gli azzurrini ne sono sempre usciti bene, più determinati di prima. A Rieti con il Belgio, in Serbia per 1-0, in estate contro la Romania. Per qualificarsi ai play-off e sognare Euro 2015 serviva un’impresa e così è stato: rimonta da infarto proprio sui serbi e obiettivo centrato. Spareggio ok con la Slovacchia, poi le amichevoli. Tre, contro le rivali più pericolose dell’altro girone degli Europei. Risultato due ko (Danimarca e Serbia) e un pareggio (Germania). Ma anche molti spunti positivi per il futuro. In Repubblica Ceca potremo dire la nostra.
E’ la forza del gruppo l’arma in più dell’Italia. I singoli sono inferiori a Inghilterra, Germania, Portogallo e forse anche alla Serbia stessa, ma una volta in campo chiunque sa cosa fare. Titolari e riserve, che molto spesso quando si parla di gruppo sono dei concetti relativi. Ne sono la prova le prestazioni di chi come Bardi, Bianchetti e Biraghi ultimamente ha giocato poco in Serie A. O di un Verdi che all’esordio nella gestione Di Biagio ha segnato un gol e colpito una traversa in Germania rivelandosi uno dei migliori anche a Benevento. O di un Belotti sempre pericolosissimo, sia che giochi novanta minuti o quindici. O di un Cataldi potenziale pedina vincente. E non solo loro.
4-4-2, 4-2-3-1, 4-2-4, 4-3-3: i numeri contano poco. L’Italia under 21 ha una precisa identità di gioco, che la porta a creare pericoli anche in inferiorità numerica conto la Serbia. Un regista in mezzo al campo (e se quest’estate dovesse arrivare Verratti…), due ali rapide e brave a puntare, sovrapposizioni dei laterali, rapidi scambi tra le punte. Chi segue l’avventura di Di Biagio dall’agosto 2013 non può che averlo notato. E in questo modo anche chi magari gioca in Serie B, e non in Champions League come i vari fuoriclasse della Germania imballata venerdì scorso a domicilio, rende al massimo.
L’unico rammarico riguarda Berardi. Di lui rimane negli occhi il magnifico bolide mancino per il gol del 3-2 lo scorso settembre contro la Serbia e poco altro. Dopo una stagione da sogno in Serie A, quest’anno il talento del Sassuolo sta faticando a ripetersi. 23 presenze e 8 gol, ma anche un carattere molte volte sopra le righe. Come ieri sera, con il rosso dopo quindici secondi dall’inizio della ripresa che ha colpito a freddo i compagni e indirizzato le sorti dell’incontro verso il predominio serbo. Aggiungendo che nello schieramento tattico di Di Biagio è spesso e volentieri limitato da compiti difensivi, il risultato dell’addizione è semplice: l’Italia non riesce a sfruttare l’intero potenziale (forse bloccato proprio dall’interno) di uno dei suoi migliori talenti.
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francesco.caligaris@olimpiazzurra.com
Twitter: @FCaligaris
Foto da: Wikipedia