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Tuffi, Mondiali Kazan 2015: Abel in pole position, Cagnotto d’esperienza

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Ha raggiunto un’altra finale, Tania Cagnotto. Forse scontata, ma in crescendo di forma. Lanciando velati segnali in vista dell’atto conclusivo, i 3 metri di domani alle 18.30, e della sfida per l’ennesimo podio iridato. Dopo l‘oro da 1 metro la bolzanina è a quota otto medaglie mondiali. La gemma nella specialità olimpica, antipasto verso Rio 2016 e l’ultimo grande obiettivo della carriera, manca però da Roma. Tre bronzi di fila, 2005-2007-2009, a seguire un undicesimo posto (Shanghai 2011, ma dolorante post caduta in motorino) e un quarto (Barcellona 2013). In mezzo ovviamente anche le lacrime olimpiche di Londra 2012 per i venti maledetti centesimi a separare la fuoriclasse azzurra dalla messicana Laura Sanchez, ora assente causa maternità.

A differenza del metro, in cui serve soprattutto eleganza e di cui Tania Cagnotto gode a dismisura, i 3 metri sono pura potenza. E a 30 anni è difficile per l’azzurra giocarsela ad armi pari con ventenni come Jennifer Abel, Pamela Ware (Canada), Maddison Keeney ed Esther Qin (Australia). Soprattutto se poi due di loro – forse tre – azzardano un doppio e mezzo avanti carpiato con due avvitamenti che garantisce quattro decimi in più di coefficiente. Pensando alla Cina superiore – difficilmente Shi Tingmao e He Zi, dominatrici stagionali, falliranno anche da 3 metri – la corsa si farà per il bronzo. E Tania Cagnotto, come ha dichiarato ai microfoni di RaiSport dopo la semifinale, se la vedrà proprio con Canada e Australia.

La favorita a nostro avviso è Jennifer Abel. Una macchina per la regolarità raggiunta in un 2015 stellare che, forte già dell’argento nel sincro, può fare da trampolino verso un 2016 ancora più memorabile. Terza in eliminatoria e in semifinale sempre intorno ai 350 punti, la canadese classe 1991 può ottenerne altri venti. Il doppio con doppio sarà il crocevia della sua finale, ma ormai il tuffo “maschile” è una certezza. Il pelo nell’uovo possono essere le rotazioni indietro lasciate per ultime e più volte sporcate negli anni scorsi, ma Abel è cresciuta moltissimo anche mentalmente e sa gestire la pressione.

Poi c’è Pamela Ware, bronzo due anni fa a Barcellona appena ventenne sfruttando errori vari della connazionale compagna di sincro, di Tania Cagnotto e di Maria Marconi sesta alla fine ma a lungo in corsa per l’argento. Non è stato un 2015 semplice quello della canadese classe 1993, che però oggi ha saltato regolarmente salvando pure alla grandissima una penalità nel rovesciato della semifinale. Non si gioca l’azzardo del doppio con doppio da 3.4 di coefficiente, vedremo se avrà ragione. Il 5154b è invece ormai rodato per Maddison Keeney, finora altalenante – soffre soprattutto l’indietro con cui apre la sua serie – ma capace sulla carta di volare sopra quota 360. Esther Qin, la sua connazionale, è invece più regolare e parte da un doppio quarto posto con obiettivo sorpasso.

Eliminata l’ex campionessa europea Nadezhda Bazhina, non convincente a pieno a Kazan 2015 ma sempre pericolosa in finale giocando in casa, non rimangono molte altre atlete da podio. Rebecca Gallantree, fresca di oro nel team event, sta saltando bene ma la sua dimensione è quella dei 330/340 punti, come anche Freitag, Nedobiga, Fedorova (la più esperta, quarta da 1 metro) e NG. Tania Cagnotto invece ha vinto gli Europei di Rostock con 350 punti, punteggio ancora migliorabile andando alla ricerca dei 9/9.5 con le amate rotazioni indietro ed evitando qualsiasi sbavatura in quelle avanti. Fondamentale sarà il 107b, coefficiente 3.1 con rincorsa, con il quale per tutto l’anno l’azzurra ha litigato. C’è però una coincidenza lieta a far sorridere la cabala: l’oro continentale da 3 metri mancava da Torino 2009 ed è arrivato nel 2015, il podio iridato latita proprio da quell’estate. Non diciamo altro.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: LaPresse/ricevuta da ufficio stampa Arena Italia

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