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Nuoto: Lochte e Cseh eterni, ma Phelps vuole riprendersi tutta la scena

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L’Italia del nuoto si gode Federica Pellegrini, prima donna di sempre a vincere sei medaglie mondiali consecutive nella stessa gara. La veneta è sulla cresta dell’onda dei 200 stile libero da Montreal 2005: argento, bronzo, due ori e quindi due argenti. Classe 1988, terminerà con tutta probabilità la sua carriera leggendaria a Rio 2016 a caccia del terzo podio olimpico dopo i due conquistati nel 2004 e nel 2008.

Ma a Kazan l’impresa della Divina azzurra è stata subito pareggiata da un altro fuoriclasse, lo statunitense Ryan Lochte, a medaglia per dieci anni di fila nei 200 misti con ben quattro ori consecutivi. Nato nel 1984, l’atleta di Rochester ha collezionato in Russia l’ennesima rassegna mondiale da sogno. E’ probabilmente il numero due di tutti i tempi, battuto solo da un marziano che ai Mondiali non c’era ma che ai Mondiali avrebbe vinto tre ori individuali – tempi alla mano – dopo essersi ritirato nell’estate 2012: Michael Phelps.

Lo Squalo di Baltimora lancia messaggi a tutti in vista di Rio. Inizialmente preso in considerazione solo per le staffette, ora Phelps – atteso ancora dai Trials di qualificazione – può ritenersi uno dei favoriti anche per le “sue” gare individuali. Ai recenti Campionati Statunitensi disputati a San Antonio ha stupito tutti, Bob Bowman in primis. Tre vittorie, tre tempi in vetta alla classifica stagionale mondiale dei crono più veloci. La sfida si avvicina: 100 e 200 farfalla e 200 misti attendono il loro “vecchio” padrone.

Manca ancora un anno alle Olimpiadi, vero, ma cresce l’attesa per la sfida nei misti a Ryan Lochte, come detto padrone incontrastato della specialità a livello iridato nell’ultimo decennio. Lochte e Phelps rappresentano il classico esempio di (sana) rivalità sportiva: divisi e dividendi, in un duello che quando cesserà del tutto potrà solo essere visto, rivisto e ammirato sui video in rete. Il primo vanta 11 gioie olimpiche (5-3-3) e ben 65 mondiali tra vasca lunga e corta, il secondo è l’uomo più medagliato di sempre a Cinque Cerchi con 22 podi di cui 18 ori. Ai Mondiali ne somma 34, ma senza aver praticamente mai apprezzato i 25 metri.

Nella sfida tra titani, in questi anni ha sempre provato a inserirsi l’ungherese Laszlo Cseh, per molti il nuotatore europeo più forte di sempre. Longevo ed eclettico, il magiaro facilmente riconoscibile in acqua per l’assenza della cuffia ha raccolto meno del dovuto in carriera proprio perché spesso ostacolato dai due mostri americani. 5 i podi olimpici, 16 quelli mondiali e 41 quelli continentali. A Kazan, con 30 anni da compiere a dicembre, ha saputo cogliere al meglio l’attimo nei 200 farfalla, vincendo il suo secondo oro iridato della carriera dopo la prima gemma targata 2005.

Cseh c’è sempre, usando un abusato gioco di parole, e con Lochte è sicuramente da annoverare tra gli uomini copertina dei Mondiali 2015, forte anche dell’argento nei 100 e del bronzo nei 50. Atleti eterni che ancora riescono a dire la loro in un mondo – quello del nuoto – in continua evoluzione soprattutto dal punto di vista della potenza. Segnale che il talento, quello vero, emerge sempre. Adesso aspettiamo Phelps, che nella scorsa settimana ha chiarito una volta per tutte le ambizioni per la sua nuova vita agonistica, lontano da alcool e distrazioni. Lo spettacolo ringrazia.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Usa Swimming Facebook

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