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Tuffi: Tania Cagnotto fa 13! Dopo Londra 2012 gli anni migliori

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Tania Cagnotto ha fatto tredici. Tredici cosa? No, non al Totocalcio. E’ presto detto: sono le medaglie ottenute negli appuntamenti di grande peso internazionale – leggasi Europei e Mondiali – dopo le lacrime amare dei due quarti posti di Londra 2012. Voleva smettere, e per un mese è stato giusto che lo pensasse: ci piace immaginare le abbia dato l’energia extra per continuare ancora quattro anni, tre dei quali finora esaltanti oltre ogni lieta previsione.

Tredici, su quindici. Solo due volte la regina dei tuffi italiani ha mancato il podio di recente: a Barcellona 2013 da 3 metri, quarta a cinque punti dalla canadese Pamela Ware, e proprio a Kazan 2015, quinta nel sincro dal trampolino con la compagna di sempre, Francesca Dallapè, a meno di due lunghezze di distanza dall’Australia bronzo. Il resto della statistica dice: 8 ori (7 europei e uno mondiale, che mancava dal 1975 per l’Italtuffi), 4 argenti e 1 bronzo. Quello di oggi, raggiunto con grinta, esperienza, nervi saldi ed energie centellinate dopo una semifinale a rincorrere cinesi e Abel. Un bronzo che cambia molte carte in tavola verso Rio 2016, a partire da quelle del morale.

Che fosse una garista, Tania Cagnotto, era già noto a tutti. La sua regolarità di piazzamento nelle finali decisive nonostante gli acciacchi è invece una splendida costante recente che fa ben sperare in vista dell’anno olimpico. E’ immensa. Sa mettere pressioni alle rivali (chiedere a un’incredula Abel, autrice di un errore fatale che le ha fatto perdere tre posizioni e dodici punti di vantaggio) e, soprattutto, si esalta ancora a 30 anni. Contro avversarie più giovani, più potenti e più fresche. La sua testa fa la differenza, quello che le sta intorno è un universo perfetto che gira nell’orbita di un sole destinato a spegnersi – agonisticamente parlando – tra circa tredici mesi in Brasile senza alcun rimpianto.

Ma, fino a quel momento, godiamoci la nostra campionessa. Più forte della sfortuna e degli infortuni. Più forte dell’età e della stanchezza. Più forte di tutte meno le cinesi e, dal metro, anche delle cinesi. E’ il suo Mondiale più bello, come lei stessa ha dichiarato. Queste ultime tre stagioni, dal “prendo quello che viene” (ovvero due splendidi argenti) di Barcellona al primo oro italiano femminile di sempre qui a Kazan, passando per la tripletta europea di Rostock che mancava dal 2009, sono state un trionfo insperato. Un 13 nel medagliere e nell’ipotetica schedina della vita. Ora si punta al jackpot: Rio.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: RaiSport Facebook

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