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Calcio: Rugani, talento rovinato? Ma è lo stile di Allegri

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Da promessa di lusso a panchinaro fisso. Ha 21 anni, (non) gioca nella Juventus e l’Italia si interroga: che fine ha fatto Daniele Rugani? L’anno scorso, all’esordio in Serie A nell’Empoli, per il difensore nato a Lucca fu una stagione storica, solida e per certi versi irripetibile. 38 – trentotto, ovvero tutte – presenze, tre gol all’attivo, zero cartellini. Di proprietà dei bianconeri, i vice campioni d’Europa non ci hanno pensato due volte a riportarlo all’ovile già per il 2015-2016. Ma in questo primo mese e mezzo, un anno iniziato malissimo per la Vecchia Signora, il toscano non ha ancora giocato un minuto.

Davanti ha infatti la retroguardia su cui si basa non solo la Juventus, ma anche l’intera Nazionale. Andrea Barzagli, Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini. Non staranno vivendo il loro miglior momento, ma per ora Massimiliano Allegri – il contestato tecnico bianconero – preferisce affidarsi ai più esperti e rodati veterani. E questa è una caratteristica che l’ex allenatore del Milan ha sempre avuto durante tutta la sua carriera: è un cunctator, per dirla alla latina, ovvero un temporeggiatore. Un coach iper conservatore che, prima di cambiare idee tecniche o tattiche, fa trascorre mesi e mesi. Degli esempi? In rossonero ha sempre insistito sul 4-3-1-2, anche nelle gare di maggiore difficoltà. L’anno scorso, nei primi mesi di Juventus, ha preso in prestito il 3-5-2 di Antonio Conte e ha atteso fino a Natale prima di passare definitivamente alla difesa a quattro, per la svolta che si è poi rivelata decisiva in Champions League. Lo stesso Alvaro Morata, classe 1992 che il gol ce l’ha nel sangue, ha dovuto attendere diverse settimane prima di poter mettersi in luce con tutto il suo talento.

E, anche con i giovani, l’allenatore toscano non ha mai avuto un rapporto idilliaco. Non si fida, o probabilmente – e questo si può anche comprendere, vista la classifica precaria della Juventus allo stato attuale delle cose – preferisce non caricare di pressioni extra un giovanissimo che rischia di bruciarsi nell’impatto con un pubblico come quello dello Stadium. Anche se la storia recente di Allegri è spesso controversa, segnale che forse tende a perdere il controllo della situazione in alcuni momenti. Derby di Milano nel dicembre 2013, quello deciso da Rodrigo Palacio di tacco a metà ripresa: Riccardo Saponara titolare per la prima e unica volta con la maglia rossonera. Ovviamente, per il trequartista che ora fa faville a Empoli, prestazione da dimenticare e bocciatura totale per la sua avventura lombarda.

O tutto o niente, verrebbe dunque da pensare, e ci sono molti altri casi che lo sottolineano. Uno su tutti l’aver sempre insistito con Mattia De Sciglio terzino sinistro, quando ormai era palese a tutti che le diagonali mancine fossero per il giovane difensore più complicate di una versione di greco. Ora a farne le spese è dunque proprio Daniele Rugani, che siede in panchina ad ammirare una Juventus con poche idee e altrettanti punti in classifica e con una retroguardia non più blindata come nelle ultime quattro stagione. E allora, quando arriverà il suo momento? Se lo chiedono soprattutto Antonio Conte e Luigi Di Biagio.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: pagina ufficiale Facebook Daniele Rugani

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