Ciclismo
Mondiali Richmond 2015, Sagan: “So vincere anche corse lunghe. L’Europa deve cambiare”
Immenso Peter Sagan, corridore totale che a 25 anni coglie la vittoria più importante della carriera ai Mondiali di Richmond anticipando la volata con un attacco letale negli ultimi chilometri. Lo slovacco, dal talento smisurato ma ancora a secco nelle classiche spesso a causa di discutibili idee tattiche, si toglie così di dosso l’etichetta di eterno piazzato. E, subito dopo l’arrivo, si leva anche qualche sassolino: “Ho letto molti commenti che dicono come non sia forte nelle corse lunghe – scrive CyclingPro.net -. Ora però ho vinto questa maglia in una corsa lunga“.
Ovviamente Peto ha dovuto battere anche la fatica, oltre a tutti gli avversari, per arrivare a braccia alzate all’arrivo. “Sapevo che tutti erano stanchi dopo 250 chilometri. Io vedevo che ero stanco per dire la mia in volata e così ho provato il tutto per tutto con un solo attacco. È la mia vittoria più importante, sono felice“. Sagan era stato costretto al ritiro durante la Vuelta, vittima di un incidente con una moto distratta, e questo è senza dubbio il miglior modo per rialzarsi. “Ho dovuto che lavorare veramente duro dopo la caduta della Vuelta e questo rende ancora più incredibile per me questo risultato“, ha detto.
Infine, dal neo campione iridato della corsa più attesa dell’anno è arrivato un inaspettato messaggio morale all’Europa, in questi ultimi tempi spesso protagonista di decisioni sbagliate o – vedi il tema profughi – senza unità d’intenti. “Vincere qui il Mondiale è una cosa che mi dà molta motivazione e mi dà la possibilità di parlare della difficile situazione che noi viviamo in Europa. Come popolo del mondo dobbiamo cambiare, spero che attraverso lo sport possiamo essere un esempio per rendere il mondo migliore“, ha concluso Sagan. Una frecciata più pungente del suo scatto per l’iride.
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francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: pagina Facebook Richmond 2015/Nick Davis