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Nuoto: Katinka Hosszu macchina da soldi e km. Ma senza gloria olimpica

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La Coppa del Mondo di nuoto terminata settimana scorsa con le tappe medio orientali di Doha e Dubai che hanno visto Federica Pellegrini conquistare due argenti e un bronzo ha incoronato, per il quarto anno consecutivo, l’ungherese Katinka Hosszu come regina della vasca femminile. La magiara ha infatti dominato nuovamente la classifica generale chiudendo con 669 punti, oltre 200 di vantaggio sull’australiana Emily Seebohm.

Si è parlato tanto, di recente, del dualismo tra quantità e qualità. La Coppa del Mondo, da quest’anno in vasca lunga, premia infatti la prima. Iron Lady macina gare, chilometri, risultati e di conseguenza punti e soldi (di cui parleremo a breve), la dorsista oceanica si “limita” alla sua specialità con un obiettivo ben preciso in testa: il record del mondo dei 100 che dal 2009 appartiene alla britannica Gemma Spofforth in 58”12. Il sorpasso ancora non è avvenuto, ma viste simili prestazioni in autunno tutti aspettano con impazienza i Trials di aprile o, al più tardi, Rio 2016.

Seebohm nel 2015 è stata precisa come un orologio svizzero, con la striscia record di undici sub 59”, e potrebbe davvero diventare la prima donna al mondo a infrangere la barriera dei 58 secondi. Se dovesse farcela alle Olimpiadi, per l’australiana si aprirebbero ovviamente le porte della leggenda dello sport. Uno spazio destinato a pochi in cui – la domanda è lecita – è presente anche Katinka Hosszu?

Leggendo il palmarès della coniuge di Shane Tusup balza subito all’occhio una grossa lacuna: non ci sono medaglie a Cinque Cerchi. Si legge infatti: 5 ori e 4 bronzi mondiali in lunga, 6-5-2 ai Mondiali in corta, 9-4-2 agli Europei in lunga, 4-3-2 a quelli in corta e oltre 150 vittorie in Coppa del Mondo. Solo nell’edizione 2015, la primatista iridata dei 200 misti ha guadagnato con le otto tappe disputate tra agosto e novembre 325.500 dollari, circa 300 mila euro. Nel 2012 furono 169.500, nel 2013 364.750 e l’anno scorso 389.000. Ribadiamo, solo con la Coppa del Mondo.

Katinka Hosszu ha rivoluzionato il nuoto contemporaneo. E’ l’esempio maggiore di “macchina” applicata allo sport, di una tecnologia invisibile che permette a un’atleta di percorrere – sempre nella sola Coppa del Mondo – 29 chilometri nel 2012, 25 nel 2013 e 27.5 nel 2014. Numeri da capogiro, ma pienamente comprensibili se si pensa all’enorme quantità di gare cui l’ungherese partecipa a ogni meeting. Dai 100 agli 800 stile libero, passando per i misti e con piacevoli puntate anche nel dorso e nel delfino. E ancor più sorprendenti sono i crono realizzati. Certo, non sempre in Coppa le rivali sono all’altezza e spesso e volentieri basta una nuotata in controllo per vincere la gara, ma i tempi di recupero non scompaiono del tutto e, quando c’è da divertirsi nei 200 sl con Federica Pellegrini, ecco che arriva un 1’55”41 da podio olimpico così, dal nulla, a inizio novembre.

In passato è stata anche accusata di doping, ma senza alcune prove. Katinka ha risposto per le rime, continuando poi a nuotare per zittire gli scettici. Che sono davvero tanti, ma finché non sarà dimostrato il contrario la rivoluzione di Iron Lady sarà ricordata in maniera pulita. A che livello, però, nella storia del nuoto? Adesso dominare in Coppa del Mondo non basta più. Rio 2016 è alle porte e c’è quello zero alla voce medaglie da cancellare al più presto. A Londra 2012 il suo miglior risultato fu il quarto posto nei 400 misti: era una Hosszu diversa, seppur già vincente a Roma 2009. La sensazione è che, concentrandosi proprio sulla disciplina polivalente come a Kazan 2015, gli attesi titoli a Cinque Cerchi siano davvero alla portata. Sarà sufficiente?

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: pagina Facebook Fina/DeepBlueMedia

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