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Nuoto
Nuoto: i meriti di Stefano Morini dietro ai successi di Gregorio Paltrinieri (e non solo)
Stefano Morini ha vinto il premio come miglior allenatore italiano Fin nel 2014 e nel 2015. Ma tra i meriti del 59enne di Livorno, iper attivo sui social e sergente di ferro in vasca, c’è molto altro. Un nome su tutti: Gregorio Paltrinieri, da venerdì recordman mondiale dei 1500 stile libero in vasca corta, due secondi in meno di Grant Hacket, e autentico fuoriclasse del nuoto italiano. A soli 21 anni è il presente ma soprattutto il futuro: Rio 2016 e Tokyo 2020 lo attendono.
Stefano Morini è il più classico degli organizzatori ‘dietro le quinte‘ che, quando si vince, tutti ringraziano per primo. Giustamente. Perché l’allenatore, nel nuoto come in tutti gli sport, ha un ruolo fondamentale. E i successi di Greg, che prima di conquistare il mondo a Netanya ha nuotato 18 chilometri al giorno per un totale di 100 alla settimana per oltre un mese, nascono proprio dal lavoro a Ostia con il Moro, che lo scorso autunno volò addirittura fino in Australia per seguire la preparazione del carpigiano fianco a fianco con Mack Horton.
Un lavoro nato nel 2011, all’indomani della fine con il rapporto d’amore-odio con Federica Pellegrini a Verona, lui che prese il posto dell’insostituibile Alberto Castagnetti dopo esserne stato l’assistente fin dal 2001 e la portò fino al record del mondo in corta nei 200 stile libero a Istanbul 2009 e all’oro europeo di Eindhoven 2010 in lunga prima di essere liquidato dopo la rassegna iridata invernale di Dubai con le parole “non sa reggere le pressioni“. Ripartito nel Lazio con i giovani, Morini ora gongola grazie a un Gregorio Paltrinieri formato show.
Ma non c’è solo Greg nella premiata scuderia del livornese. Restando “in casa”, il concittadino Gabriele Detti è tornato a sorridere e vincere a Netanya: bronzo nei 400 stile libero con record italiano, argento nei 1500 solo dietro a Paltrinieri con un ottimo 14’18” netto. I due, che da sempre si allenano uno di fianco all’altro, possono spronarsi quotidianamente per migliorare sempre di più. Gemelli terribili nel mezzofondo internazionale in cui Sun Yang è diventato un mistero.
In attesa del recupero di Nicolangelo Di Fabio, protagonista nell’argento mondiale 2014 in corta della 4×200 stile libero a soli 18 anni e ora sparito dai radar della Nazionale, c’è anche il reparto femminile che naviga a gonfie vele e, prima o poi, vincerà qualcosa di grande non solo in staffetta ma anche individualmente. Diletta Carli è stata oro mondiale junior nei 200 stile libero e ora sembra preferire i 400 e gli 800, in cui però a livello olimpico Katie Ledecky è inarrivabile. Martina Caramignoli ha conquistato un bronzo europeo e l’oro alle ultime Universiadi nei 1500 sl. Stefania Pirozzi si sta ritrovando e può essere una grande carta nella 4×200 a Rio, così come Chiara Masini Luccetti, altra toscana.
La costante, al momento, sono i miglioramenti continui cronometro alla mano. E il segreto è semplice: l’atmosfera di un gruppo coeso, di cui saltuariamente han fatto parte anche Simone Sabbioni (che non ha bisogno di presentazioni, essendo semplicemente il miglior prospetto del nuoto azzurro dietro Paltrinieri e Detti) e Federico Turrini, unica nota stonata degli ultimi Europei a causa di un virus. Morini è un allenatore, ma prima di tutto è un secondo padre. Studiando da Castagnetti, gli manca solo la medaglia olimpica per entrare per sempre nella storia. Greg è pronto a regalargliela, in Brasile.
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francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: DeepBlueMedia