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Nuoto: Paltrinieri e Pellegrini non sono più da soli

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Foto da: Fin/DeepBlueMedia

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RANA – Fabio Scozzoli è croce e delizia della disciplina più tecnica: il suo settimo posto nei 50 si può etichettare come ‘deludente’, mentre nei 100 di cui è stato anche campione del mondo sfiora il podio per dodici centesimi e dimostra di essere sulla retta via per tornare al top della forma. Senza dubbio è un campione da ritrovare, anche in ottica 4×100 mista a Rio 2016, perché Andrea Toniato continua a migliorarsi al mattino (PB nei 100) prima di peggiore il proprio crono nei momenti decisivi. Luca Pizzini dà quel che può nella specialità più lunga, ma i fasti azzurri del passato sono lontani anni luce. Giovani ed entrambe genovesi, Ilaria Scarcella e Martina Carraro convincono in tutte le gare, con progressi nei personali e buoni piazzamenti in finale seppur distanti da quelle che sono le ‘seconde linee’ della rana femminile europa (Ruta Meilutyte e Yulia Efimova rimangono un gradino, se non di più, avanti). Ora si confermino in lunga per spronare anche l’assente Arianna Castiglioni, talento puro e di verde età.

FARFALLA – Il salto di qualità di Matteo Rivolta è segnato dall’argento nei 100, in cui dopo due record italiani consecutivi (e che progressi, oltre mezzo secondo!) il lombardo addirittura osa un po’ troppo al passaggio e viene beffato nella seconda metà di gara dall’esperienza dell’ungherese Laszlo Cseh. L’alfiere del Team Insubrika piace anche nei 50 che non ha mai realmente amato: sesto in finale con altro RI. Il lavoro romano paga: ora sotto con la vasca lunga per entrare in finale a Rio. Piero Codia è bravo a livello cronometrico, meno a quello mentale: sa di aver perso una succosa opportunità di podio proprio nella gara show di Rivolta. Federico Bussolin, all’esordio, è parecchio distante dal bel tempo di Massarosa nei 200, con il quale sarebbe entrato tra i migliori otto. Ilaria Bianchi sfiora il podio nei 100: due maledetti centesimi sorridono alla tedesca Alexandra Wenk. Ma, pur non al top della forma, l’emiliana rimane nell’élite della specialità che vanta fuoriclasse come Sarah Sjoestroem e Jeanette Ottesen e in cui fu anche iridata. Applausi per Silvia Di Pietro, bronzo nei 50 e primo sub 57” nei 100 (quinto posto) che di certo non sono la sua specialità principale. E Alessia Polieri è terza con record italiano nei 200 tre anni dopo Herning: come Stefania Pirozzi, quarta, il sorriso ritrovato è la notizia più bella.

DORSO – Al femminile si aspetta ancora il craque: Margherita Panziera continua a migliorarsi (PB nei 200), ma rimane distante dal vertice. Nei 50 Elena Gemo è ottava in finale e, anche per lei, c’è da registrare un progresso cronometrico più che un risultato di spicco. Nulla di sensazionale, però, rispetto alla bontà delle azioni di Simone Sabbioni, assoluto protagonista con il bronzo nei 200 e il quinto posto nei 100 con doppio record italiano cancellando i primati gommati di Damiano Lestingi che resistevano dal 2009. E nei 50 c’è l’argento ex aequo con ennesimo (triplo) primato nazionale. E’ il suo Europeo: il romagnolo registra costantemente progressi e già non vediamo l’ora degli Assoluti di aprile, in casa, davanti al suo pubblico. Involuto, invece, l’ex campione del mondo junior Luca Mencarini, mai a suo agio in corta e ora atteso addirittura dal Duel in the Pool contro i campioni americani. Anche per Niccolò Bonacchi non è una settimana memorabile, mentre il giovane Lorenzo Mora tasta per la prima volta palcoscenici importanti senza demeritare.

 

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