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Scherma: i capolavori di Volpi, Navarria e Montano chiudono in bellezza il 2015 dell’Italia

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Rossella Fiamingo - scherma - foto da augusto bizzi federscherma

FEMMINILE – Da dove partire? Dalla doppietta iridata di Rossella Fiamingo, che a 24 anni e nella specialità più tecnica ed equilibrata della scherma pare tuttora roba da fantascienza? Dalla crisi della squadra femminile, che in pochi mesi è passata dal primo posto nel ranking mondiale alla virtuale eliminazione da Rio 2016? Dalle lacrime di Mara Navarria, prima nel Grand Prix di Doha pochi giorni dopo la morte del suo ex maestro Oleg Pouzanov? Il 2015 della spada in rosa è ricco di alti e bassi, tra cui segnaliamo anche Francesca Boscarelli che a 32 anni ha vinto la prima tappa della carriera in Coppa del Mondo, si è presa il posto nel quartetto ai danni di Francesca Quondamcarlo e ora fatica a ripetersi.

La priorità, adesso, va ovviamente alla squadra, che tra Barcellona (22-24 gennaio) e Buenos Aires (12-14 febbraio) dovrà recuperare gli otto punti di ritardo dall’Ucraina (e rimane davanti all’Estonia) per non fallire l’opportunità di andare all’assalto del podio olimpico. Ha davvero dell’incredibile quanto successo alle ragazze del ct Sandro Cuomo, involute e bloccate mentalmente, con la campionessa del mondo Fiamingo che non riesce a caricarsi sulle spalle Bianca Del Carretto, Mara Navarria e Francesca Boscarelli. Ma ora non si può più sbagliare: dopo un nono e un ottavo posto, fallire nuovamente tra Spagna e Argentina vorrebbe dire niente Brasile. E attenzione: non è detto che una doppia semifinale possa bastare. Bisognerà tornare sui livelli degli scorsi mesi, culminati con il bronzo europeo prima dell’eliminazione ai quarti del Mondiale ai danni della Francia che ha aperto la voragine da cui le azzurre ora non sembrano riuscire a risalire.

MASCHILE – Il cammino degli uomini, invece, è stato esattamente opposto. A Montreux Enrico Garozzo, Paolo Pizzo, Marco Fichera e Andrea Santarelli hanno toccato il fondo: decima posizione e Olimpiadi che parevano lontanissime. Invece la squadra non si è mai disunita, ha fatto leva sulla grinta siciliana che caratterizza tre quarti del gruppo (e i massimi vertici della scherma italiana) e proprio contro la Francia a Mosca ha svoltato la sua storia, battendo i fuoriclasse transalpini ai quarti e rompendo i blocchi mentali che rallentano ora le donne.

Dal legno mondiale in poi è stata un’escalation di risultati positivi: terzi a Brema e secondi a Tallinn, manca solo l’acuto più grosso. Rio 2016 è a un passo e in Brasile proprio Garozzo, ormai tra i migliori del circuito e terzo individuale in Estonia, partirà tra le teste di serie con ambizioni di medaglia. Ma anche la squadra al momento è lanciatissima per giocarsela con chiunque il prossimo agosto. Infine, ecco il nome per il futuro: Lorenzo Buzzi, torinese classe 1994, eliminato solo ai quarti di finale dell’ultimo Grand Prix di Doha dopo aver battuto nei turni precedenti proprio Pizzo e Garozzo.

 

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Foto da: Augusto Bizzi/Federscherma

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