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Tuffi: l’Italia e la dura missione del dopo Tania Cagnotto

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Va chiarito subito: una nuova Tania Cagnotto difficilmente emergerà a breve nel mondo dei tuffi italiani. Scherzosamente (ma neanche troppo), vedendo la storia di questo sport, verrebbe da dire che c’è bisogno di aspettare il figlio o la figlia della stessa bolzanina, esattamente come accaduto dopo i meravigliosi anni ’70 contraddistinti dai successi di Klaus Dibiasi e – appunto – di Giorgio Cagnotto.

Tuttavia è compito dell’intero movimento lavorare al meglio per far fronte, dopo le Olimpiadi di Rio 2016, al possibile ritiro della fuoriclasse azzurra, vincitrice di 10 medaglie mondiali e 25 europee. L’addio all’agonismo ancora non è stato ufficializzato – si sa solo che quelli in Brasile saranno i suoi ultimi Giochi – eppure tutte le strade portano a ciò, soprattutto – bando alla scaramanzia – se il prossimo agosto Tania Cagnotto dovesse finalmente percorrere la scalinata dalla leggenda all’Olimpo e conquistare quell’unico podio che ancora manca alla sua meravigliosa carriera.

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Lo scorso 28 luglio, ai Mondiali di Kazan, Tania Cagnotto ha vinto la finale più importante della sua vita: oro da 1 metro, davanti alle cinesi Shi Tingmao ed He Zi.

Chi prevede un futuro complicato per i tuffi italiani dopo Rio 2016 non è affatto un’infelice Cassandra. I risultati degli ultimi anni parlano chiaro: Noemi Batki a parte, solo Tania Cagnotto (e Francesca Dallapè, ma in sincro con la bolzanina) ha portato gioie al Bel Paese tra Europei e Mondiali. La squadra maschile addirittura non sale sul podio da Torino 2009: un’eternità, in campo sportivo. E a livello giovanile non si intravede alcun potenziale fuoriclasse in grado di raccogliere subito la pesante eredità della trampolinista 30enne.

Se davvero, dunque, Tania Cagnotto dovesse dire basta dopo le prossime Olimpiadi, la situazione non sarebbe facile. Ma la sensazione è che sia già iniziato un progetto orientato al domani: a Roma la scorsa estate è stato modernizzato l’impianto dell’Acqua Acetosa, finalmente attrezzato di una palestra all’avanguardia per il fondamentale lavoro a secco degli atleti. E qualche nome, tra i più verdi d’età, cresce con costanza.

Elena Bertocchi, Giovanni Tocci e Andrea Chiarabini sono ormai da tempo nel giro della nazionale maggiore. La prima ha sfiorato il podio europeo da 1 metro a Rostock, chiudendo quarta con una grandissima prestazione nel silenzio generale, mentre dal trampolino olimpico ha firmato agli Assoluti di luglio il suo record personale di punti (293.25) ed è ora chiamata a scavalcare quota 300, necessaria per competere ai più alti livelli continentali in una disciplina in cui dietro Tania Cagnotto non c’è una concorrenza gigante. Il secondo e il terzo, invece, proveranno a qualificarsi per le Olimpiadi nel sincro 3 metri alla prossima Coppa del Mondo. Il compito è difficile (chiudere tra le migliori quattro coppie, escludendo Cina, Russia e Gran Bretagna) ma non impossibile, visti anche i coefficienti che lo permettono. Anche perché il cosentino ha la testa giusta e il romano, ormai ex enfant prodige dei tuffi azzurri, sembra sempre più consapevole del suo immenso talento e, per forza di cose, anche di tutto il tempo perso finora.

Andrea Chiarabini – classe 1995 – nasce piattaformista e a soli 14 anni è quinto nel sincro 10 metri ai Mondiali di Roma 2009 con Francesco Dell’Uomo. Nel 2013, a Barcellona, è finalista individuale dalla piattaforma dopo una semifinale da 451.70 punti, una delle prestazioni più belle della sua travagliata carriera da 10 metri. Adesso si è reinventato trampolinista e si è qualificato per la Coppa del Mondo di febbraio sia in individuale che in sincro. E’ tesserato per l’Aniene e le Fiamme Oro.

Scendendo con l’età, Laura Bilotta è stata l’ultima grande protagonista azzurra a livello junior: agli Europei di Bergamo 2014 ha vinto l’oro da 1 metro e il bronzo da 3, non riuscendo però a ripetersi ai Mondiali di Penza. La cosentina, senior da due anni, ha iniziato la nuova stagione con qualche errore di troppo, ma vanta tutte le qualità per riscattarsi presto. Tuttavia è ancora lontana – serie in primis – dai migliori standard internazionali. Chi sta lavorando sui coefficienti è per esempio Adriano Ruslan Cristofori, argento dal trampolino olimpico ai Giochi Europei di Baku 2015, o Vladimir Barbu, piattaformista di Bolzano che proprio in questi giorni è in ritiro a Cuba con alcuni elementi di spicco dell’Italia maggiore. Anche Lorenzo Marsaglia nell’ultima stagione si è contraddistinto per aver eseguito in gare individuali il quadruplo e mezzo avanti raggruppato da 3 metri, coefficiente 3.7.

Adriano Ruslan Cristofori argento a Baku 2015 con gli allenatori Laura Schermi e Oscar Bertone (foto Klaus Dibiasi)

Infine, tra i più giovani Cosenza si può giocare pure la carta Francesco Porco, medagliato a Bergamo due estati, mentre il recente Trofeo di Natale ha messo in bellissima luce nella categoria ragazze i trionfi con tanto di pass europei di Chiara Pellacani (1 e 3 metri) e Giulia Vittorioso (piattaforma), allenate a Roma dalla MR Fratelli Marconi. Entrambe sono nate nel nuovo millennio, poco dopo che Tania Cagnotto esordiva – 15enne – alle Olimpiadi di Sydney. Anche e soprattutto da questo si capisce che una come la bolzanina non ci sarà mai più, ma – citando Radiofreccia – non è detto che non ce ne saranno altre forti in maniera diversa.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: pagina Facebook Fina/DeepBlueMedia

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