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Hockey su ghiaccio, PyeongChang 2018: la missione dell’Italia continua

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Tre successi in altrettanti incontri, girone G vinto a punteggio pieno e qualificazione agevole per il turno finale che assegnerà un pass per le Olimpiadi 2018. La claudicante Italia di hockey su ghiaccio ha vissuto un weekend di rilancio, seppur contro rivali di caratura minore, e ha dimostrato di essere ancora in salute. Ma la strada verso PyeongChang rimane lunga e durissima.

OBIETTIVO RAGGIUNTO – L’Italia non doveva fallire e non ha fallito. Era la favorita contro tre squadre sulla carta – e anche sul ghiaccio – inferiori e ha vinto il proprio girone senza soffrire più di tanto. Rotonda l’affermazione sulla matricola Serbia, qualificatasi a sorpresa ai danni della Spagna, un 8-0 mai in discussione in cui tutte le linee sono andate a punti. Più complicata quella sull’Olanda (4-2), che vive un difficile momento storico ma che ha mostrato sicuramente più esperienza, scaltrezza e velocità sui pattini rispetto ai quasi esordienti balcanici, mentre nel testa a testa decisivo contro la Gran Bretagna di ieri sera – gli anglosassoni erano a punteggio pieno come il Blue Team, prima dello scontro diretto – un primo periodo letale ha fatto la differenza (6-2 il risultato alla sirena) contro una squadra fisica ma dal talento limitato. All’Olimpico di Cortina, che durante le sfide casalinghe degli ampezzani ultimissimi in Serie A vanta una media di 545 spettatori (dati Pointstreak), se ne sono registrati circa il triplo per ogni gara. E RaiSport è tornata a occuparsi dignitosamente di una Nazionale spesso bistrattata in passato.

DIFESA – Se l’attacco, privato in extremis di Ihnacak, ha fatto il suo dovere costruendo e concretizzando numerose occasioni da gol (18 in totale), la retroguardia ha subito un preoccupante passaggio a vuoto specialmente nei primi due periodi della gara centrale, quella contro l’Olanda, due volte in rete dopo l’1-0 e il 2-1 degli azzurri in maniera piuttosto agevole. Anche il parziale blackout vissuto, seppur in powerplay, sul momentaneo 4-0 contro la Gran Bretagna ha rischiato di complicare un match già virtualmente archiviato. Le linee difensive sono esperte, rodate e pure pericolose con la stecca, ma l’età di alcuni elementi è fin troppo elevata e alla lunga si rischia di mancare in brillantezza. Tuttavia il conto complessivo dei +/- è stato per tutti positivo: Marchetti ed Helfer i migliori (+5), la quarta linea Gellert/Oberdorfer si è fermata a +1.

VERSO PYEONGCHANG 2018 – La prossima tappa verso le Olimpiadi sarà quella decisiva. A settembre (1-4) l’Italia sarà nuovamente impegnata in un quadrangolare che premierà una squadra soltanto, e questa volta con in palio un pass diretto per la Corea del Sud. Il Blue Team dovrà però affrontare Norvegia, Francia e Kazakistan, rispettivamente due storiche compagini di Top Division (con gli scandinavi notevolmente favoriti) e una nazionale emergente a 360° – come hanno recentemente dimostrato anche gli Europei di calcio a 5 – che l’anno scorso ha vinto i Mondiali di I Divisione Gruppo A battendo nettamente proprio l’Italia per 3-0. È facile dunque capire che l’impresa si preannuncia ai limiti dell’impossibile per la formazione di Stefan Mair, penultima nel 2015 nel suo girone iridato e in piena fase di ricambio generazionale con meno oriundi rispetto al passato e un occhio di riguardo alla crescita dei giovani locali, unica via per provare a risollevare un movimento in crisi economica, dirigenziale e di risorse umane.

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Foto: Carola Semino

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