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Nuoto, il borsino dell’Italia femminile dopo gli Assoluti: Pellegrini trascinatrice, Carraro rivelazione

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Certezze, sorprese, ritorni, rivelazioni e anche qualche delusione. Sabato sono terminati gli Assoluti di nuoto a Riccione e s’è fatta la nazionale per le Olimpiadi di Rio (ancora incompleta) e per gli Europei di Londra che scatteranno tra meno di un mese, il 16 maggio. Il settore femminile, trascinato come al solito da una Federica Pellegrini sempre più veloce a dispetto dell’età, ha regalato solo altri due biglietti per il Brasile (Ilaria Bianchi nei 100 farfalla e Martina Carraro nei 100 rana), confermando però alcune buone indicazioni del passato.

Dopo l’appuntamento continentale si tornerà al lavoro per finalizzare l’obiettivo principale della stagione, i Giochi di Rio. Ecco – stile per stile – come sta l’Italia in rosa a poco più di 100 giorni dalle Olimpiadi. Qui l’analisi sulla squadra maschile.

PAGINA 2: stile libero
PAGINA 3: rana
PAGINA 4: farfalla
PAGINA 5: dorso
PAGINA 6: misti
PAGINA 7: staffette

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Foto: DeepBlueMedia

Le velociste di punta del nuoto italiano, comunque molto distanti dai migliori standard internazionali in cui le sorelle Campbell preparano un’estate a ritmo di record, non hanno brillato allo Stadio del Nuoto di Riccione. Sia Erika Ferraioli (25”51 nei 50 e 54”87 nei 100) che Silvia Di Pietro (25”09 nei 50 e 55”10 nei 100, condizionata da qualche problema) sono rimaste distanti dai propri personal best, non afferrando anche i pass individuali per gli Europei e preparandosi adesso a un giugno di rincorsa verso Rio dove, pur mancando ancora l’ufficialità, dovrebbero comunque essere presenti per le staffette.

Così nelle due vasche si è esaltata Federica Pellegrini, per la prima volta sotto i 54” in tessuto con un 53”78 che le è valso anche il biglietto per Rio (ma la sua partecipazione nei 100 è in forse) e, soprattutto, una prova di forza impressionante nei primi 150 metri dei 200. Il passaggio a 55”73 ha sorpreso tutti – veneta in primis – e difatti nel finale le sono mancate le forze per spingere come avrebbe voluto. Con 1’55”30, comunque, la Divina può sorridere anche nella “sua gara”: è quarta al mondo nel 2016 e, soprattutto, sembra godere di ulteriori margini di miglioramento per infrangere la barriera dell’1’55” in tessuto. Verso le Olimpiadi c’è ottimismo: tutto procede al meglio.

Sarebbe stato probabilmente lecito aspettarsi qualcosa di più, invece, da Alice Mizzau, 1’58”71 nei 200 sl (c’è il limite per la staffetta olimpica, la cui situazione è approfondita a pagina 7) ma 4’07”26 nei 400, crono sufficiente per Londra ma non per Rio. La friulana non è riuscita a esplodere come accadde l’anno scorso e, probabilmente, ha condizionato anche la prestazione di Diletta Carli, assente nei 200, ferma a 4’08”66 nei 400 e promossa solo negli 800 con il personale di 8’28”22. Qui, però, la toscana allenata da Stefano Morini si è fatta anticipare da una potenziale campionessa del nuoto azzurro, la 17enne Simona Quadarella che ha timbrato il nuovo record italiano cadette in 8’28”06 e che punta forte a prendersi le Olimpiadi. Del resto, con Martina Caramignoli condizionata da un lutto familiare, da Riccione esce lei come volto principale del mezzofondo, autrice anche del bis nei 1500.

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Foto da: Fin/DeepBlueMedia

Le sensazioni dei 50 (30”86 con 30”81 in batteria) erano giuste: Martina Carraro è davvero nell’élite del nuoto italiano. E’ lei la terza qualificata individuale al femminile per le Olimpiadi dopo Federica Pellegrini e Ilaria Bianchi, e lo ha fatto in grande stile: 1’06”41 nei 100, record italiano assoluto e sesto crono mondiale stagionale. La genovese di stanza a Bologna ha salutato le rivali già nella prima vasca (passaggio in 31”28) e ha infiammato la Romagna regalandosi un pomeriggio conclusivo da reginetta che ha premiato la sua crescita registrata nelle ultime stagioni. Da dicembre si è migliorata di oltre un secondo: agli Assoluti invernali di Riccione fece il personale in 1’07”55.

Non è riuscito il miracolo, invece, ad Arianna Castiglioni, iscritta in extremis dopo uno stiramento all’adduttore e terza nei 100 in 1’08”69 dopo le buone indicazioni della mezza distanza (31”02). Le sue qualità non si discutono e la 18enne lombarda bronzo europeo nel 2014 e finalista agli ultimi Mondiali di Kazan potrebbe dare vita a uno splendido testa a testa per il futuro con la Carraro. Seconda nei 100 Ilaria Scarcella, lontana dai suoi standard (1’08”46), mentre si è rivista finalmente Lisa Fissneider che ha staccato il pass per gli Europei nei 200 in 2’26”74. Sotto il crono limite la Scarcella in 2’26″86 e Francesca Fangio in 2’27″06, ma dopo Riccione la rana italiana ha un nome ben preciso: Martina Carraro. Vale la finale a Cinque Cerchi.

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Foto da: Fin/DeepBlueMedia

Elena Gemo, Carlotta Zofkova, Margherita Panziera: tre gare a pancia in su e tre vincitrici diverse. Il dorso italiano rimane un rebus difficile da risolvere, a cui si possono aggiungere anche Silvia Scalia (autrice della miglior prestazione stagionale nei 100, 1’00”54 a dicembre, ma crollata martedì dopo un passaggio esagerato ai 50) e Arianna Barbieri. Ne soffre soprattutto la staffetta mista, che non gode dell’apertura adeguata, e a livello internazionale il Bel Paese rischia di guardare con ammirazione gli altri paesi del mondo. Le tre che si sono presi i titoli, tuttavia, saranno agli Europei di Londra con l’obiettivo di migliorarsi ancora.

Al momento in pole position per il Brasile sembra esserci Zofkova, regina dei 100 seppur in 1’00”91, ma attenzione al grande feeling Gemo-Settecolli: l’anno scorso a Roma fece segnare il primato nazionale in 1’00”22. Nona ai Mondiali di Kazan e già a 2’09”76 qualche settimana fa a Stoccolma, nella doppia distanza la Panziera – frenata dall’influenza – ha compiuto un passo indietro nel suo percorso di crescita iniziano ormai due stagioni fa. Adesso dovrà essere brava a ritrovare la forma per gli Europei: il suo talento merita sicuramente le Olimpiadi e il tempo limite è nelle sue corte, molto più dell’1’00” netto chiesto nei 100 per tutte le avversarie.

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Foto da: Facebook

Capitolo farfalla: specialiste delle gare veloci, lo stile è relativo, l’Italia ritroverà Elena Gemo (26”12) e Silvia Di Pietro (26”34) nei 50 metri degli Europei. Ma la vera notizia del delfino è firmata Ilaria Bianchi, per la seconda volta sotto i 58” in stagione. Dopo il 57”80 degli Assoluti invernali, il bis con sette centesimi in più è valso alla 26enne di Castel San Pietro Terme la sua terza Olimpiade consecutiva. Una prova convincente più di testa che di gambe: a Rio l’emiliana andrà a caccia del record italiano di 57”27 nuotato proprio nella finale di Londra 2012. La genuina Bianchi si conferma un’altra certezza azzurra.

Voleranno agli Europei, avendo mancato di poco la qualificazione a Cinque Cerchi, sia Stefania Pirozzi che Alessia Polieri nei 200: 2’08”98 per la prima, ritrovata a stile libero ma scomparsa dai misti, e 2’09”16 per la seconda. Prestazioni in linea con le aspettative che, però, non spostano di una virgola l’equilibrio mondiale.

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La strana coppia Ilaria Cusinato (2’12”71 nei 200, record italiano cadetti) e Luisa Trombetti (4’38″54 nei 400, a cinque decimi dal limite per Rio) si è presa i misti e ha scalzato l’ormai ex “prima firma” Stefania Pirozzi dal trono della specialità più completa del nuoto. In Italia qualcosa si muove: lo dimostrano il palmarès giovanile della veneta (bimedagliata d’argento a Baku) e la nuova verve della piemontese, davvero a un passo dalle Olimpiadi contro ogni previsione più rosea. Ma non solo: hanno centrato il tempo per gli Europei, nei 400, anche la livornese figlia d’arte Sara Franceschi (di cui si parla un gran bene per il futuro, 4’30”3, RIC) e Carlotta Toni (4’41”27).

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Foto da: Fin/DeepBlueMedia

Infine, le staffette. Tutte sono qualificate alle Olimpiadi: i roster non sono completi, ma si va verso pochissime sorprese rispetto al passato che dovrebbero riguardare principalmente la 4×200 femminile, oro europeo e argento mondiale in carica. Oltre a Federica Pellegrini e Alice Mizzau, che ha ottenuto il tempo limite anche per i Giochi, il quartetto del 2016 sarà testato a Londra e prevederà anche Martina De Memme (1’59”33) e Stefania Pirozzi (1’59”52). Spiccano le momentanee esclusioni di Erica Musso, Chiara Masini Luccetti e Diletta Carli, recenti protagoniste a Kazan, ma la prima (1’59”74) potrebbe rientrare come riserva.

Nella 4×100 mista permane il “buco” nel dorso – agli Europei ci sarà Carlotta Zofkova – mentre nella 4×100 sl la quarta sarà Aglaia Pezzato, che ha ultimato il suo passaggio dalla vasca corta – in cui è stata bronzo mondiale e oro europeo – a quella lunga.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

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