Fondo
Nuoto di fondo: l’Italia scopre Vanelli prima di Rio. Certezza Bruni, bentornata Grimaldi
Era timido e a tratti quasi impacciato, sicuramente tutt’altro che abituato alla notorietà e ai microfoni, Federico Vanelli agli ultimi Mondiali di Kazan, quando in silenzio e senza alcun pronostico favorevole riuscì a entrare tra i migliori dieci della 10 chilometri di nuoto di fondo qualificandosi direttamente per le Olimpiadi di Rio 2016 insieme al compagno di squadra più quotato, poi vincitore della 25 km iridata, Simone Ruffini.
Sembrava dunque dovesse andare in Brasile con speranze quasi nulle, magari come “gregario” dell’azzurro di Tolentino verso la caccia alle medaglie, appunto perché in carriera non era mai salito alla ribalta internazionale. Invece, dopo un terzo posto nella tappa d’esordio della Coppa del Mondo 2016 a Viedma (Argentina), Federico Vanelli è diventato senza dubbio l’uomo copertina della spedizione italiana maschile agli Europei terminati ieri a Hoorn, in Olanda.
Quarto nella specialità olimpica a tre secondi dal podio, il 25enne nato a Lodi e seguito da Emanuele Sacchi, un po’ il re Mida del fondo italiano, è poi salito sul podio nella 5 chilometri a cronometro (argento) e si è confermato atleta di grande affidabilità nel terzetto oro nel team event. Di fianco a lui nuotavano Rachele Bruni e proprio Simone Ruffini, i due caimani più noti che a breve gli faranno compagnia nel viaggio verso Rio, e al loro fianco ha capito di poter volare in Brasile con celate ambizioni di un grande risultato. Non più solo due frecce nell’arco azzurro, dunque, ma un trio formidabile che dopo l’Europa vuole prendersi anche il mondo, l’Olimpo.
Se Vanelli è una dolce scoperta – quella nella prova contro il tempo è stata la sua prima medaglia internazionale individuale – si sono confermate certezze, invece, proprio Bruni e Ruffini. Meglio la prima, che addirittura è riuscita a toccare nello stesso momento della fuoriclasse francese Aurelie Muller (dominatrice dei Mondiali di Kazan) spartendosi un oro super meritato. La toscana ha anche trascinato con sé l’esordiente Arianna Bridi – bronzo e gran talento per il prossimo quadriennio – e non può e non deve temere nessuno verso i Giochi. Anche perché nel complesso è lei la più forte: campionessa dell’ultima Coppa del Mondo e prima anche nella classifica della stagione attuale. Com’è al momento primo del resto anche Ruffini, più carico in termini di lavoro ma comunque fondamentale per il trionfo del team event.
E Martina Grimaldi? Non ci dimentichiamo della sorridente bolognese a cui vogliono bene un po’ tutti e che nel 2015 ha vissuto davvero un anno buio. L’abbraccio con Emanuele Sacchi subito dopo la conferma dell’oro nella 25 chilometri dopo il trionfo di Berlino 2014 (il bronzo olimpico in carica è stata anche campionessa del mondo nella maratona in acque libere a Barcellona 203) dice molto: contiene tutta la gratificazione, che solo a parole è difficile da manifestare, verso chi l’ha guidata a una nuova vita e dimensione sportiva, con ancora la grinta non solo per gareggiare, ma anche e soprattutto per vincere. Bentornata, il suo immenso talento ci era davvero mancato.
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francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: Fin/DeepBlueMedia