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Tuffi, l’avvicinamento olimpico di Tania Cagnotto: tranquillità e totale fiducia

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Si sta parlando tanto (e giustamente) delle ambizioni olimpiche di Federica Pellegrini, scesa per la prima volta a 1’54” in tessuto domenica scorsa al Trofeo Settecolli di Roma e pronta al grande duello con Katie Ledecky nei 200 sl (le altre, se non dovesse partecipare l’enigmatica svedese Sarah Sjoestroem, sembrano partire un gradino indietro), ma restando sempre in ambito acquatico c’è un’altra fuoriclasse azzurra, questa volta dei tuffi, che a Rio cercherà l’assalto alla medaglia più ambita e mai vinta in quella che con molta probabilità sarà l’ultima gara della carriera. Si tratta, ovviamente, di Tania Cagnotto.

Le fatidiche parole “dopo Rio mi ritiro” non sono ancora state pronunciate, ma dalle varie interviste rilasciate negli ultimi tempi pare sempre più evidente la volontà della bolzanina, 31 anni compiuti lo scorso 15 maggio, di dire basta con uno sport in cui è ai massimi livelli mondiali da oltre 16 stagioni – partecipò alle Olimpiadi di Sydney 2000 da predestinata – e che le ha dato comunque tantissimo, ultimi il titolo mondiale dal metro conquistato a Kazan 2015 e l’oro europeo numero 20 (su un totale di 29 medaglie) a Londra 2016. Un’avventura logorante ma sempre vissuta con il sorriso sulle labbra, circondata da un ambiente sano e familiare (da sempre l’allena il papà Giorgio, affiancato dal 2013 da Oscar Bertone, una sorta di fratello maggiore per Tania) e con una sorprendente tranquillità che, soprattutto dal 2012 in poi, le ha permesso di vivere il quadriennio più premiato e ricco di successi della carriera.

Anche il percorso di avvicinamento olimpico di Tania Cagnotto si avvicina alla perfezione e lascia più che ottimisti in vista dell’all-in del Maria Lenk Aquatic Center. Pur con i dovuti scongiuri del caso, infatti, l’altoatesina sta completando il percorso pianificato a tavolino senza intoppi. Ci ha provato una strana influenza dopo le prime due tappe delle World Series, disputate a Pechino e Dubai, a complicarne la preparazione, ma superato senza strascichi questo piccolo scoglio l’azzurra ha stupito sempre di più, mettendosi al collo un non-così-comune argento individuale (tra le due cinesi) nella gara di Kazan con tanto di punteggio olimpico pareggiato (362.20), completando la seconda tripletta europea consecutiva (più un argento nel sincro misto) e, infine, facendo registrare il suo nuovo record di punti (366.90) agli Assoluti estivi di Roma, appuntamento tutt’altro che banale perché impreziosito dalla presenza dal Canada di Jennifer Abel, sulla carta la principale avversaria di Tania per il podio a Rio.

Se c’è piena fiducia nella “macchina perfetta” Pellegrini, dunque, le stesse parole si possono copiare e incollare anche per quanto riguarda Tania Cagnotto. Ad agosto il verdetto, c’è spazio per sognare anche con il sincro dal trampolino insieme a Francesca Dallapè, un bronzo e tre argenti alle World Series (sempre davanti al Canada, battuto recentemente anche al Foro Italico) prima dell’ottava affermazione consecutiva agli Europei. Tutto va bene, tutto deve andare bene. Se lo merita, no?

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Fin/DeepBlueMedia

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