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Nuoto di fondo, Olimpiadi Rio 2016 – Ruffini: “Abbiamo gareggiato in posti peggiori”. L’Italia non teme l’inquinamento

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Inquinamento e persino cadaveri in mare: l’allarme nelle acque olimpiche di Copacabana è noto da tempo ed è stato ribadito anche pochi giorni fa. Eppure l’Italia del nuoto di fondo, che in Brasile si vedrà nella 10 chilometri femminile del 15 agosto con Rachele Bruni e in quella maschile del giorno successivo con Simone Ruffini e Federico Vanelli, non è preoccupata.

Le condizioni del mare ovviamente non sono ottimali – ha detto il campione del mondo della 25 km  nei giorni scorsi alla Gazzetta dello Sport per dire non sono lontanamente paragonabili alla trasparenza dei nostri mari ma queste sono le condizioni e bisognerà gareggiare lo stesso. Aggiungo che abbiamo gareggiato in posti peggiori e cercheremo di non avere problemi legati alla sicurezza, a Copacabana cercheremo comunque di dare il meglio“.

Il marchigiano ha poi aggiunto: “A Rio si torna al vero fondo, in questi anni abbiamo nuotato nei bacini chiusi, adesso le correnti stravolgeranno i piani. Paura delle meduse? In mare aperto puoi trovare di tutto, anche i tronchi d’albero mi raccontò una volta Viola Valli. Ma la gara potrebbe anche essere tattica. Serve esperienza, un bagaglio che ho riempito molto in questi anni, e cuore, tanta ambizione. Una medaglia darebbe lustro al fondo.

Il tecnico Emanuele Sacchi ha invece dichiarato: “A Copacabana la situazione è ora meno critica di un anno fa quando abbiamo sostenuto dei test gara e allenamenti, l’inquinamento è più o meno come da altre parti e comunque richiede estrema attenzione. Precauzioni? I ragazzi hanno fatto la profilassi classica, cioè antifitica e anti epatite, in più useranno spray repellenti per le zanzare, e faranno molta attenzione all’alimentazione“.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: DeepBlueMedia/comunicato Len

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