Nuoto
Nuoto, Paralimpiadi Rio 2016 – Federico Morlacchi, il Phelps italiano
Eclettico cannibale delle gare in corsia con dieci ori negli ultimi due Europei (100 farfalla S9, 100 stile libero S9, 400 sl S9, 200 misti SM9 e 100 rana SB8), Federico Morlacchi sarà tra le punte del nuoto azzurro che dopo le sette medaglie di Londra 2012 cercherà di confermarsi anche alle Paralimpiadi di Rio 2016. L’azzurro nato nel 1993 a Luino, in provincia di Varese, è affetto da ipoplasia congenita al femore sinistro e per questo è sempre stato frenato da una gamba più piccola dell’altra.
“Sono sempre stato circondato da persone intelligenti – ha svelato in un’intervista per Gli Stati Generali -. In prima elementare, io andavo in giro per la classe gattonando, dopo un po’ ricordo che tutti i bambini gattonavano come me. Forse sembra una cosa stupida ma fa capire moltissimo quello che sto raccontando”. Vita e sport, dunque, sono da sempre uniti nella carriera di Morlacchi. Che quattro anni fa a Londra si consacrò con tre bronzi (100 farfalla S9, 400 sl S9 e 200 misti SM9) e che nel frattempo è cresciuto sempre di più, conquistando il record del mondo nelle due vasche a delfino (primo atleta S9 a rompere la barriera dei 59”, 58”91 nell’aprile 2015 al Meeting Internazionale di Berlino) e presentandosi ai blocchi di partenza della kermesse brasiliana con le attenzioni del favorito numero uno.
La squalifica dell’intera rappresentativa russa, poi, ha estromesso due dei suoi rivali principali, Andrei Kalina e Alexander Skaliukh. Morlacchi, al via proprio nelle cinque gare di cui detiene i titoli continentali conquistati a maggio in Portogallo tra il 9 e il 15 settembre, può dunque ambire realisticamente ad almeno una medaglia d’oro già vinta a livello mondiale nel 2013 (100 farfalla S9) e nel 2015 (200 misti SM9). Curiosamente, due delle specialità che hanno reso eterno il mito di Michael Phelps, l’atleta più medagliato nella storia dei Giochi.
“Andrò a Rio per fare bene, non mi sbilancio troppo, perché nello sport la delusione è sempre dietro l’angolo. Io voglio divertirmi, poi se arriva qualcosa in più meglio”, ha dichiarato a fine luglio ai microfoni de Il Popolo Veneto. I suoi biglietti da visita, tuttavia, quasi lo obbligano a salire sul podio, cercando quanto meno di pareggiare il bottino inglese. Anche perché il percorso d’avvicinamento è stato molto più tosto: “Nuoto costantemente e seriamente da gennaio. Mi alleno mattina e pomeriggio in acqua e ho tre allenamenti in palestra a settimana. Nuoto quasi cinque ore al giorno”. La sfida è lanciata, verso l’oro.
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francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: Finp Facebook