Formula 1
F1, Mondiale 2019: il primo bilancio della gestione Binotto è fallimentare. 45 punti in meno rispetto allo stesso periodo del 2018, Mercedes lontanissima
La stagione 2019 della Formula 1 si sta godendo il meritato riposo delle brevi vacanze estive che porteranno team e piloti a ripartire carichi e magari anche un po’ più abbronzati tra tre settimane, quando sarà il momento del GP del Belgio sull’iconico tracciato di Spa Francorchamps.
La pausa d’agosto è sempre un ottimo momento per tirare qualche bilancio e in casa Ferrari non si può certo ritenersi soddisfatti dell’inizio di stagione che, sotto moltissimi fronti, può essere considerata una delle più negative del recente passato. L’inverno era infatti stato caricato da enormi aspettative, Mattia Binotto ha rimpiazzato Maurizio Arrivabene e tutto l’ambiente si sentiva pronto per tornare, dopo dieci lunghissimi anni, a conquistare il tanto agognato titolo iridato che sfugge ormai dal lontano 2008 (2007 se si parla di piloti, quando a trionfare fu il neo arrivato Kimi Raikkonen).
Provando a confrontare i numeri di Binotto con quelli della passata stagione ci si può accorgere che a questo punto del campionato Mercedes comandava con 345 punti (ben 93 in meno rispetto ai 438 attuali) e sole dodici lunghezze sulle due Rosse, ferme a 333 (mentre quest’anno il bottino recita un magro 288, 45 in meno). A complicare ulteriormente le cose si inserisce nel discorso anche la Red Bull, che nonostante stia correndo a tutti gli effetti con un pilota e mezzo in questo 2019, per via dello scarso rendimento di Pierre Gasly, è riuscita a crescere di 23 punti rispetto ai 221 dello scorso anno e a presentarsi dunque non troppo lontana dalle Ferrari nella lotta per il simbolico ruolo di prima sfidante delle Frecce d’Argento.
Spostando l’attenzione sui podi si nota come nel 2018 ne fossero arrivati 15, arricchiti da quattro vittorie di Sebastian Vettel mentre come è ben noto in questa stagione il fatidico primo successo non è ancora stato raggiunto e il computo dei piazzamenti nei primi tre è stato di undici. Il dato curioso da notare è che siano arrivati esattamente lo stesso numero di secondi posti (4) e lo stesso numero di terzi (7) ma appunto mancano all’appello i quattro risultati più importanti che spostano decisamente gli equilibri in un bilancio di risultati.
Certamente la scelta di sostituire Raikkonen con Charles Leclerc si è rivelata corretta, il monegasco può maturare molto in questo difficile momento e presentarsi davvero pronto non appena il progetto si rivelerà sufficiente per battagliare per il titolo, sperando si tratti già del prossimo anno. Il problema è che sono sorti, o meglio dire si sono decisamente ampliati, anche altri fattori che stanno complicando oltremodo i risultati del 2019 come continue inesattezze strategiche e imprecisioni nei pit-stop che diventano la prima cosa da eliminare se si vuole pensare di tornare grandi.
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