MotoGP
MotoGP, GP San Marino 2019: Ducati, che succede? Dal trionfo 2018 di Dovizioso a un gap netto nei confronti della Yamaha: le cause
La qualifica della ventiduesima edizione del GP di San Marino e della Riviera di Rimini ha regalato un vero e proprio spettacolo alla marea di tifosi italiani accorsi per supportare i propri beniamini della MotoGP. Non poteva esserci giornata migliore per vedere sfrecciare i migliori talenti del Motomondiale sotto il caldo sole di Misano Adriatico, e anche la battaglia in pista non ha certo deluso le aspettative regalando molto pathos ed equilibrio tra tanti piloti.
Queste prime due giornate si sono chiuse completamente nel segno di Yamaha, annunciata protagonista qui sia dalla conformazione del tracciato che dagli ottimi riscontri ottenuti negli scorsi test. Probabilmente tuttavia la competitività mostrata dalla casa di Iwata è stata anche superiore alle aspettative, con quattro piloti in grado di chiudere tra i primi cinque ieri e una situazione non troppo diversa neanche per la più importante giornata odierna. Marc Marquez è restato tra i primissimi e si rivela maestro assoluto di costanza, abbiamo assistito alla rinascita di KTM con la meravigliosa seconda posizione di Pol Espargaro e per il resto è stato davvero un assolo totale di Yamaha.
In questo stupendo ed elettrizzante quadretto manca però una pedina fondamentale e chiaramente stiamo parlando di Ducati. Nelle ultime due stagioni la scuderia di Borgo Panigale si era ben comportata sul tortuoso tracciato romagnolo e l’anno scorso la gara fu addirittura dominata da Andrea Dovizioso e Jorge Lorenzo che hanno sfiorato anche la doppietta, svanita solamente per la caduta dello spagnolo al penultimo giro. Fin dai test di dieci giorni fa, però, l’impressione era stata negativa per le Rosse e l’avvicinamento al weekend non è stato dei migliori.
Il nuovo asfalto ha portato una riduzione del grip meccanico della copertura sull’asciutto, una condizione che dovrebbe rovesciarsi in caso di pista bagnata ma che di fatto non si è presentata in questo fine settimana. Andrea Dovizioso, Danilo Petrucci e Michele Pirro si sono trovati così su un tracciato dove sfruttare la piena potenza del gran motore Ducati non è possibile e dove la percorrenza in curva veniva messa ancora più in difficoltà dal fatto che la minor aderenza abbia reso decisamente più complicata la fase di accelerazione e di messa a terra di tale potenza.
A dire la verità ci sarebbe da affrontare un discorso tutto a sé riguardo ai piloti: Pirro è parso il più in forma dei tre nonostante la minor esperienza ma il pugliese stava testando un nuovo telaio che potrebbe dunque avergli fornito qualche vantaggio, una nuova soluzione che potrebbe essere portata ai due piloti ufficiali fin da Aragon. Dovizioso non è mai sembrato davvero in sintonia col proprio mezzo nonostante le dichiarazioni incoraggianti sui piccoli miglioramenti giornalieri e infine per Petrucci la faccenda si complica ulteriormente. Dalla strepitosa vittoria del Mugello e successivo rinnovo del contratto l’umbro è precipitato in maniera preoccupante di condizione; inizialmente si ipotizzava fosse un discorso di piste meno favorevoli al suo stile di guida ma più passano i Gran Premi più la crisi diventa generalizzata ad ogni situazione e sarà necessario trovare una via d’uscita al più presto perché Ducati ha assoluto bisogno di un secondo pilota competitivo all’interno del box.
Alla fine Andrea scatterà comunque sesto e potrebbe riuscire con un po’di fortuna a tenere fin da subito il passo specialmente di Rossi, Morbidelli e Espargaro domani. Il quarto posto pare a tutti gli effetti il massimo obiettivo plausibile al momento, cadute di avversari a parte, ma chiaramente non può bastare; se Ducati vuole riabbracciare davvero il sogno mondiale serve lavorare sodo per rendere la moto meno capricciosa e tracciato-specifica.
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Foto: Valerio Origo
michele.brugnara@oasport.it
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