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Golf, Open d’Italia 2019: le 18 buche ai raggi X. Un par 71 storico immerso in un paradiso naturale
Il 76° Open d’Italia di golf è pronto ad aprire i battenti all’Olgiata Golf Club di Roma. Inizia da qui il lungo percorso di avvicinamento delle persone a questo sport e di valorizzazione del territorio in vista della Ryder Cup 2022 che si terrà proprio nella Capitale anche se in un capo diverso, il Marco Simone Golf & Country Club.
Si giocherà dunque all’Olgiata, per la seconda volta nella storia dell’Open dopo quella del 2002 quando vinse proprio “Mr. Ryder Cup”, il britannico Ian Poulter. Il torneo sarà valevole anche come quinta tappa delle Rolex Series dell’European Tour e il montepremi complessivo davvero stellare di 7 milioni di dollari ha attirato moltissime grandi firme del golf. Non solo tutto il folto plotone di italiani capeggiati naturalmente da Francesco Molinari, ma anche star internazionali del calibro di Justin Rose, il golfer champion of the year Shane Lowry, Danny Willett e Graeme McDowell. Le 18 buche del Percorso Ovest sono un Par 71 caratterizzato da molti alberi a proteggere i fairway e da alcuni rigagnoli d’acqua molto insidiosi e assolutamente in gioco in alcune buche. Il campo nella storica zona dell’Olgiata è stato inaugurato nel 1961 su progetto dell’architetto inglese C. Kenneth Cotton, poi modificato consistentemente nel 2012 per opera dell’americano Jim Fazio.
Front 9:
Buca 1 – Un cortissimo par 4 di 348 metri non raggiungibile neanche dai più potenti col tee shot in quanto in salita e per via delle piante sulla parte interna del dog leg verso sinistra.
Buca 2 – Un par 3 lungo (196 metri) dove si approccia un green grande ma molto mosso, spesso col ferro 4. L’area ideale di atterraggio è circondata da bunker come spesso capita nei par 3.
Buca 3 – Un par 4 di 418 metri abbastanza diritto, con un buon tee shot si attacca un green ben rialzato e verso destra difeso da due bunker.
Buca 4 – Una delle buche meno complicate, par 4 relativamente corto (378 metri) e abbastanza diritto. Con un buon drive si può arrivare vicini al green e attaccare l’asta con un sand.
Buca 5 – Dog leg accentuato verso sinistra che rende complicato il primo colpo in questo par 4 da 440 metri. Se si taglia bene l’angolo il secondo colpo verso il green è certamente più semplice.
Buca 6 – Altro lungo par 4 (447 metri) con due bunker sulla sinistra a punire le imperfezioni dal tee. Green difeso dall’acqua sulla parte sinistra, che entra assolutamente in gioco con certe posizioni di bandiera corte.
Buca 7 – Par 3 in salita di 188 metri, il green è molto grande ma è necessario tenersi lontano dai guai nel caso si finisse lunghi; due bunker all’ingresso e uno dietro proteggono la zona di atterraggio.
Buca 8 – Par 4 di 455 metri e con un tee shot veramente stretto, necessario essere molto precisi per attaccare un green piccolo ma abbastanza sguarnito.
Buca 9 – Il primo par 5, 570 metri di dog leg verso sinistra. Con un buon driver è assolutamente possibile attaccare il green con un ibrido di secondo verso un green difeso da tre bunker laterali e abbastanza stretto ma dritto.
Back 9:
Buca 10 – 400 metri esatti per un par 4 di grande spessore. Il green misura ben 58 metri ed è difeso da un piccolo ostacolo d’acqua frontalmente e lungo il lato sinistro, facile cadere in tentazione e perdere colpi preziosi.
Buca 11 – Un par 4 leggermente verso sinistra di 442 metri, ma il green è molto storto e quindi diventa fondamentale piazzare il primo colpo sulla parte destra del fairway per attaccare l’asta.
Buca 12 – Par 4 dritto, corto (390 metri) e in discesa, quindi il secondo colpo diventa particolarmente agevole, ma il green è molto piccolo e difeso da tre bunker.
Buca 13 – Si chiude la serie di par 4 con questa buca da 398 metri, non consigliabile giocare il driver dal tee in quanto un grosso bunker protegge la zona di atterraggio per i più rischiosi. Green ondulato ma non complicatissimo.
Buca 14 – Corto par 3 di 170 metri, difeso da un bunker sulla sinistra e da un ostacolo d’acqua sulla destra molto vicino al green che entra pesantemente in gioco in caso di bandiera a media altezza o corta.
Buca 15 – Secondo par 5, 519 metri verso destra nella parte finale. Il green è attaccabile ma ottimamente difeso anche dall’acqua nella parte frontale e sinistra, bisogna passare sopra le piante e quindi questa strategia è molto rischiosa.
Buca 16 – Par 3 abbastanza lungo (210 metri) e molto stretto, il green è ben difeso da due bunker sul lato destro.
Buca 17 – La più facile del campo, par 5 cortissimo di 487 metri verso destra con un fairway che pende molto e questo fa si che si debba tirare il secondo sempre con la palla più bassa dei piedi (o alta per i mancini). Il green è piccolo e difeso da una scarpata sulla destra da cui è meglio tenersi lontani.
Buca 18 – Insidioso ultimo par 4 di 418 metri, bisogna stare molto attenti ad evitare i bunker col primo colpo e anche il lungo green è difeso da un enorme bunker sulla sinistra e da tre piccoli sulla destra.
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michele.brugnara@oasport.it
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Foto: Valerio Origo