Nuoto
Nuoto, Coppa del Mondo Budapest 2019: Cusinato non accede alle due finali, Milak e Hosszu esaltano i propri tifosi
Si è aperta oggi la quarta tappa della Coppa del Mondo 2019 di nuoto alla Duna Arena di Budapest (Ungheria). Una giornata di finali senza italiani in vasca, in quanto l’unica impegnata, Ilaria Cusinato, è stata eliminata nelle batterie dei 200 rana (11° tempo con 2:36.61) e anche in quelle dei 400 stile libero (ancora 11° tempo con 4:21.69, a oltre due secondi dal crono necessario per un ingresso in finale)
Ricapitoliamo dunque quanto è successo in ordine cronologico:
Nei 400 metri stile femminili vittoria dell’australiana Maddy Gough, classe 1999 e capace di raggiungere la finale dei 1500 metri negli scorsi Mondiali di Gwangju, la gara che ha coperto d’oro la nostra Simona Quadarella. L’Aussie ha chiuso in 4’10.36 riuscendo ad avere la meglio alla fine della favorita della vigilia, la statunitense Kaersten Meitz (+1.92) e dell’ungherese Ajna Kesely (+1.96). Beffata nello sprint finale la spagnola Mireia Belmonte. E’ toccato poi agli uomini nella stessa prova, e il lituano Danas Rapsys ha imposto la propria legge nuotando in 3’49.09, tempo comunque oltre cinque secondi più alto rispetto a quello della Corea. L’ungherese Kristof Milak si è dovuto accontentare della seconda piazza, distanziato di 71 centesimi tutti persi negli ultimi 50 metri dopo aver provato uno strappo incredibile nella settima vasca, nuotata in 28.11. Bronzo al ceco Jan Micka (+1.74) che ha tenuto giù dal podio il campione del mondo dei 1500 Florian Wellbrock (Germania).
I 50 metri dorso femminili sono stati dominati dall’olandese Kira Toussaint, apparsa in ottima forma e capace di scendere fino al 27.68. Molto lontane le avversarie, la finlandese Mimosa Jallow ha accusato 46 centesimi di ritardo e la russa Mariia Kameneva ha chiuso con 63 centesimi. A seguire abbiamo avuto i 200 metri dorso maschili con il giapponese Ryosuke Irie che è stato l’unico a mostrare una forma simile a quella dei Mondiali e ha trionfato in solitaria con 1’56.79. Secondo l’ungherese Adam Telegdy (1.89) e terzo il russo Grigory Tarasevich (3.11).
Nessun problema per la Lady di ferro Katinka Hosszu nella finale dei 200 farfalla femminili. Alla tre volte campionessa olimpica ungherese è bastato un 2’08.55 per avere la meglio della connazionale Zsuzsanna Jakabos (+1.12) e dell’australiana Laura Taylor (+2.14), mentre è quarta e fuori dal podio la neo campionessa del mondo di specialità Boglarka Kapas (Ungheria), che ha alzato di oltre 4 secondi il suo tempo di Gwangju. Parla decisamente ungherese anche la finale dei 100 farfalla maschili, con Milak che si è preso una sorta di rivincita rispetto al quarto posto mondiale con un tempo praticamente identico, solamente un centesimo di secondo più alto (51.27 oggi, 51.26 in Corea). Il connazionale Szebasztian Szabo è stato distanziato di 89 centesimi, terzo posto per la Polonia con Jakub Najerski (+1.07).
La finale dei 200 metri rana femminili è stata vinta dalla slovena Tjasa Vozel (2’26.52) davanti all’ungherese Eszter Bekesi (+0.85) e alla finlandese Laura Lahtinen (+1.30) che beffa per il podio di un solo centesimo la russa Vitalina Simonova. I 100 metri rana maschili hanno visto un solo atleta al comando dal primo all’ultimo metro, l’olandese Arno Kamminga che ha controllato i primi 50 per poi scappare via nella vasca finale e chiudere in 59.05. 1.26 di ritardo per l’ungherese Csaba Szilagi e 1.42 per il cinese Ruixuan Zhang.
A chiudere la giornata sono state le due 50 stile: prima la prova femminile dove a sorpresa l’australiana Cate Campbell (+0.13) è stata lasciata giù dal podio dopo un’intensissima battaglia, battuta dalla svedese Michelle Coleman (24.56), dall’olandese Ranomi Kromowidjojo (+0.06) e dalla russa Mariia Kameneva (0.09). Tra gli uomini il successo è andato al russo Vladimir Morozov, argento di specialità a Barcellona 2013, che ha letteralmente dominato la scena in 21.50 non lasciando scampo ai propri rivali. Dietro di lui il padrone di casa Maxim Lobanovskij a 68 centesimi e il giapponese Kosuki Matsue a 78.
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Foto: katacarix / Shutterstock.com
michele.brugnara@oasport.it
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