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Formula 1

F1, è una Ferrari horror. Vettura non performante, piloti che si fanno la guerra e prospettive nebulose verso il 2020

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Non poteva finire in maniera peggiore il weekend di Interlagos per la Scuderia Ferrari. Al sessantacinquesimo giro dei settantuno previsti nel Gran Premio del Brasile di Formula 1, Charles Leclerc – con gomme più fresche – attacca in modo deciso Sebastian Vettel all’interno di curva 1, superandolo. Il tedesco è sorpreso dalla manovra ma non ci sta. Si incolla negli scarichi del compagno-rivale nella “S do Senna” e poi sfrutta la scia per sverniciare il monegasco in uscita da curva 3. I due compagni si affiancano. Si sfiorano. E succede l’impensabile.

Un contatto leggerissimo, di quelli che si sono visti a migliaia nelle ultime stagioni. Le nuove ali anteriori delle monoposto sono state congegnate proprio in vista di situazioni come questa, per impedire le forature. Eppure succede. Prima salta l’anteriore destra di Leclerc e, qualche metro dopo, anche la posteriore sinistra di Seb. È un doppio zero pesantissimo per Maranello che permette all’olandese della Red Bull Max Verstappen, vincitore della corsa, di scavalcare entrambi in classifica piloti e agguantare il terzo posto, dietro alle due Mercedes.

Vettel si stava spostando leggermente verso l’interno ma era già davanti e non aveva modo di conoscere esattamente dove si trovasse la monoposto del compagno, rimasto immobile per non concedere spazio e proteggere la propria posizione. Ma la dinamica non conta. Non importa di chi sia il 51% di responsabilità perché alla fine chi perde, di nuovo, è la Ferrari. Entrambi i piloti sono stati lasciati liberi di lottare tra loro e hanno finito la corsa su tre ruote. Sfortuna? Probabile, ma il risultato è il medesimo.

Accanto all’episodio clou va poi analizzato anche il passo gara della SF90, una vettura certamente migliorata dopo il pacchetto di aggiornamenti arrivato a Singapore ma che continua a soffrire terribilmente un degrado gomme maggiore rispetto ai principali competitor. La qualifica, spesso positiva, nasconde il reale valore del deficit attuale, in quanto l’extra grip fornito dallo pneumatico nuovo riduce in maniera sostanziale l’effetto della mancanza di carico verticale. Sul long-run questo non avviene e la minor aderenza in uscita dalle curve medio-lente provoca un surriscaldamento della stessa e, di conseguenza, un’usura sempre troppo elevata. A tutto ciò si possono aggiungere infine i progressi sorprendenti del motore Honda, che ha permesso a Red Bull di avvicinarsi tantissimo alle performance di Ferrari e Mercedes, costringendo le Rosse a giocare ultimamente un po’troppo spesso il ruolo di terza forza del campionato.

Insomma, il team principal Mattia Binotto sarà chiamato a un inverno impegnativo, dove gli elementi da sistemare sono molteplici e di non facile gestione. La caccia al titolo 2020 per la Ferrari riparte a breve, magari lasciandosi alle spalle al più presto la corsa brasiliana.

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Foto: LaPresse

michele.brugnara@oasport.it

Twitter: MickBrug

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