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Formula 1
F1, i 5 motivi per cui la Ferrari può davvero lottare per il Mondiale nel 2020
Da una parte il sesto titolo consecutivo, ottenuto ancora una volta in carrozza. Dall’altra il prolungamento di un’agonia che viene prolungata ormai da dodici anni, fin da quell’incredibile Gran Premio del Brasile 2007 che ha consegnato l’iride al finlandese Kimi Raikkonen. La storia recente della rivalità tra i due più prestigiosi team del momento, la dominante e infallibile Mercedes e la fragile e confusionaria Ferrari, sta parlando lingue decisamente differenti e anche in questo 2019 che si avvia a chiudere i battenti il risultato finale è rimasto lo stesso.
Lewis Hamilton ha dominato il lungo e in largo la stagione, superando qualche piccolo scoglio iniziale preparato dal compagno di squadra Valtteri Bottas ma riuscendo a far valere la sua esperienza e il suo talento per ammazzare la concorrenza fino dal Gran Premio di Spagna. La Ferrari è riuscita a rialzare la testa dopo una prima parte di stagione da incubo, ritrovando prestazione da settembre e riuscendo a salvare l’annata grazie a tre importanti successi e sei pole position consecutive. Queste piccole soddisfazioni però non possono essere sufficienti per considerarsi soddisfatti e la rincorsa al titolo del prossimo anno è già iniziata. Ma la Scuderia di Maranello sarà davvero in grado di spezzare la maledizione? Andiamo a proporre cinque punti per i quali si può sognare.
1 – I progressi di fine stagione
Inutile negare che il vero faro di questa stagione rappresenta il grande progresso che si è visto da Spa in poi. Nelle ultime stagioni si era sempre vista una Ferrari performante ad inizio stagione e poi piano piano recuperata e distrutta negli ultimi mesi (da Red Bull prima e Mercedes poi), mentre in questa occasione la tendenza è stata decisamente all’opposto. Il nuovo team ha saputo lavorare bene e trovare soluzioni effettive ai problemi, il che non può che essere un enorme boost di confidenza in vista dell’inverno.
2 – Charles Leclerc (e Sebastian Vettel)
Il monegasco ha saputo far brillare gli occhi di tutti già nel suo primo anno, nonostante le moltissime pressioni di un ambiente come quello della Ferrari. Il talento di Leclerc è sconfinato e l’impressione è che nonostante la tenera età sia già pronto per poter prendersi il carico di trascinare al successo un intero team. Gli errori ci sono stati ma sono stati gestiti quasi sempre con grande maturità, sintomo che l’evoluzione professionale del ventiduenne è costante ed enorme. Anche lo stesso Vettel ha cambiato decisamente marcia con il “miracolo di Singapore” e da quel momento è tornato ad essere sempre competitivo e preciso. Una coppia di piloti in ottima forma che, se saprà collaborare in maniera corretta, può rappresentare l’antidoto alla settima di Hamilton.
3 – Regole stabili
Il 2020 sarà l’ultima stagione prima della rivoluzione assoluta della Formula 1. Questo significa che, con ogni probabilità, i valori in campo delle scuderie dovrebbero restare a grandi linee quelli visti nel recente passato e quindi la base di partenza è già più che ottima per provare a firmare il definitivo salto di qualità. Red Bull potrebbe trovarsi ancora un mezzo gradino in ritardo e l’avversario principale è e dovrebbe restare solo Mercedes.
4 – Le lezioni imparate
I numerosi errori strategici, di affidabilità e anche nei pitstop che si sono visti quest’anno possono e devono sparire se si vuole puntare al bersaglio grosso. Il primo atto della gestione Binotto ha portato una grande rivoluzione interna ed è comprensibile che i meccanismi all’interno possano non essere stati oliati alla perfezione. Con una stagione di esperienza alle spalle però, ci si aspetta un evidente salto di qualità in questo verso da parte di tutti.
5 – Il propulsore e l’efficienza aerodinamica
Il 2019 è stato caratterizzato dalla prestazione sul dritto di Ferrari contro l’abilità di generare carico e velocità in curva dei principali rivali, Mercedes in primis. Il punto di forza del Cavallino potrebbe restare difficile da pareggiare per i competitors in un solo inverno e abbiamo visto in numerose occasioni che la potenza in rettilineo può aiutare moltissimo le Rosse in caso di scontri ravvicinati, sia in chiave di attacco che in quella di difesa della posizione.
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Foto: LaPresse
michele.brugnara@oasport.it
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