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MotoGP, analisi Test Valencia 2019: la Yamaha soddisfatta degli aggiornamenti. Rossi rimandato a Jerez

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I test di MotoGP a Valencia si sono conclusi dopo due lunghe giornate che hanno visto ancora una volta una Yamaha dominante. La casa di Iwata ha portato i suoi due piloti attualmente di punta, il francese Fabio Quartararo e lo spagnolo Maverick Viñales, a dividersi le prime due posizioni della classifica in entrambi i turni ed è determinata a iniziare il percorso invernale in maniera aggressiva per mettere un po’ di pressione ai rivali di Honda e Ducati.

Il recente vincitore di Sepang ha potuto lavorare tutto il tempo con la versione 2020 della M1, che presentava un telaio vistosamente scavato sopra le pance e soprattutto l’elemento che tutti aspettavano, ovvero quell’upgrade di motore che già era stato presentato a Misano ma sul quale i tecnici giapponesi hanno continuato a impegnarsi giorno dopo giorno. I risultati sono stati apprezzabili, con un guadagno registrato di 6 km/h sul dritto rispetto a quanto si era potuto vedere lo scorso weekend. Un gap importante ma ancora non sufficiente per coprire il grande divario che c’era con i competitor e quindi da qui a marzo ci si aspetta che le cose possano migliorare ulteriormente, visto che la strada intrapresa sembra quella corretta.

Chiaramente la questione non è così facile da gestire, in quanto aumentare la potenza significa andare anche a incidere sul consumo della gomma posteriore, che è l’altro enorme problema accusato dai piloti in questa stagione, in particolare da Valentino Rossi. Il telaio 2020 sembra lavorare ancora meglio di quello della stagione appena conclusa e ha lasciato un’ottima impressione a tutti, la rotondità di guida resta il grande punto di forza della M1 e il rischio è che si perda efficacia di percorrenza e di accelerazione per guadagnare qualche cavallo in più.

Un altro elemento da considerare a tal proposito è l’affidabilità. E’ normale che i piloti ambiscano ad avere subito grandi upgrade ma storicamente Yamaha è sempre stata attentissima alla propria immagine e a non incappare in rotture, proponendo soluzioni step by step di cui potremmo quindi vedere il vero risultato solamente alla fine dell’inverno.

Rossi invece ha dovuto interrompere bruscamente il lavoro nella giornata di ieri verso le 13:30, quando dal retrotreno della sua M1 è cominciato a uscire del fumo per quello che poi si è scoperto essere un problema di natura elettronica. Il guasto è stato abbastanza serio tant’è che il Dottore è stato costretto ad usare la versione 2019 per tutto il pomeriggio. Non tutto il male viene però per nuocere perché i progressi nel passo rispetto a quanto mostrato nel weekend sono molto evidenti. Il nuovo rapporto con David Muñoz sembra funzionare già a gonfie vele e fin da subito sembrano essere state trovate delle migliorie nel setting che il pesarese cercava da molto tempo invano.

Per quanto riguarda le Petronas invece c’è stato sicuramente meno da analizzare visto che la moto utilizzata è stata quella che tanto bene ha fatto nel corso del 2019. Le migliorie provate sono il nuovo forcellone in carbonio che ha portato, ad opinione di Franco Morbidelli, qualche beneficio in accelerazione ma qualche difficoltà in più in frenata, dunque è rimandato ai prossimi test per la conferma definitiva. Inoltre è stato provato un sellino più stretto per migliorare l’efficienza aerodinamica sul dritto.

Le Yamaha si sono confermate dunque un pacchetto vincente su un tracciato però come il Ricardo Tormo molto stretto e dove il motore non la fa da padrone e quindi resta molta curiosità di vedere come reagirà la nuova M1 su circuiti più tradizionali e di potenza come può essere quello di Jerez de la Fronteira.

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Foto: LaPresse

michele.brugnara@oasport.it

Twitter: MickBrug

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