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Biathlon, Mondiali 2020: Røiseland zittisce le critiche e si prende l’oro, Dunklee e Charvatova che favola! Wierer torna in giallo

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La sprint femminile del Mondiale 2020 di biathlon ad Anterselva si è rivelata un concentrato di emozioni a non finire, complice un vento capriccioso e una start list con i numeri interessanti ben distribuiti alla partenza. Quando, a fine dicembre, Marte Olsbu Røiseland ha deciso di tornare in Norvegia rinunciando alla tappa di Annecy, nonostante arrivasse da due tappe di forma strepitosa in quanto a condizione, in molti avevano criticato aspramente la scelta. La giustificazione data in quel momento era quella di aver bisogno di ricaricare le batterie in quanto il suo unico obiettivo era quello dell’appuntamento iridato italiano, in particolare la sprint che da sempre è il suo format preferito. A posteriori si può decisamente dire che abbia avuto ragione lei. Nella 7,5km odierna la ventinovenne di Lillehammer è stata l’unica big a saper dominare le improvvise raffiche che hanno colpito la Südtirol Arena e con un solo errore commesso si è laureata campionessa del mondo, conquistando la prima medaglia iridata individuale della carriera e collocandosi in una posizione perfetta per bissare il trionfo domenica nell’inseguimento vista la debacle delle principali avversarie.

Una sprint che non è iniziata con le migliori sensazioni per Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer, entrambe autrici di un paio di errori distribuiti curiosamente nella stessa maniera della staffetta mista di ieri (2+0 la sappadina e 1+1 l’altoatesina). Tuttavia col passare delle atlete ci si è resi conto che la prestazione sugli sci (da top 10) era stata sufficiente per un piazzamento di prestigio e il distacco alla fine si è assestato sotto i 40 secondi. Un pizzico di delusione c’è e ci deve essere perché lo spazio per le medaglie c’era, ma il vento è risultato implacabile per tutte e quindi gli errori sono quantomeno giustificabili. Domenica sarà necessario partire a testa bassa perché ad eccezione di Røiseland quelle davanti sono tutte ampiamente recuperabili. Il sogno sarebbe naturalmente riuscire a bissare lo storico doppio podio del 2019, ed è tutt’altro che impossibile.

La giornata odierna si è rivelata però la favola delle altre due medagliate. Susan Dunklee ha saputo bissare l’argento ottenuto tre anni fa a Hochfilzen nella mass start con una prova sontuosa in cui è stata una delle sole quattro atlete a chiudere con lo shootout. La trentaquattrenne del Vermont ha trovato il sesto podio della carriera, nuovamente in un evento di primo livello, sfiorando anche la vittoria visto che a metà dell’ultimo giro poteva contare su un tesoretto di 12″ sulla norvegese. I suoi ultimi metri si sono però trasformati in un calvario, il serbatoio è entrato in riserva e nel rettilineo finale ha vacillato addirittura rischiando di cadere, difendendo con i denti quantomeno la seconda piazza. Uno zero in piedi impronosticabile ha regalato poi la chance della vita alla ceca Lucie Charvatova, che si è ritrovata insieme all’americana all’uscita della seconda serie con la possibilità di sfruttare il suo grande motore per provare anche a far saltare il banco. Dopo una prima parte di tornata sofferente in cui ha perso oltremodo su tutte, la ventisettenne di Vrchlabi ha reagito riuscendo a resistere all’attacco finale dell’ucraina Olena Pidrushna, trovando così il primo podio della propria carriera nella giornata più memorabile. Una medaglia meritata per le grosse sofferenze psicologiche patite nelle ultime stagioni, col passaggio al biathlon dal fondo che sembrava promettente prima del sopraggiungere dei grossi problemi al tiro che hanno anche compromesso qualche staffetta di troppo della Repubblica Ceca.

La tedesca Denise Herrmann partiva con tutti gli occhi addosso dopo la super condizione mostrata nella staffetta ed è riuscita a spaccare la gara in due nonostante tre errori, rischiando anche di salire sul podio. Non c’è dubbio che al momento l’e fondista sassone abbia inserito le marce altissime e che in ogni competizione di questi Mondiali potrebbe arrivare l’exploit qualora trovasse la giornata giusta al tiro. Passando invece alle delusioni bisogna menzionare Hanna Öberg e l’ex leader di Coppa Tiril Eckhoff. La svedese ha dato segnali molto interessanti nella prima fase, presentandosi davanti a tutte al poligono decisivo in piedi. Qui però hanno tremato sia le gambe che soprattutto la testa, e una serie sconsiderata con tre errori la ha fatta sprofondare in diciottesima posizione ad un minuto dalla vincitrice. Grossa occasione mancata e ora per la medaglia domenica servirà una prova stellare. La norvegese invece, per la prima volta con tanta pressione addosso in una manifestazione iridata, ha combinato un vero e proprio disastro, mancando sei bersagli anche a causa di un vento particolarmente poco clemente durante la sua serie in piedi. La 59esima posizione finale le permetterà comunque di prendere parte alla prova di domenica col penultimo pettorale, tuttavia realisticamente il massimo obiettivo per lei può essere quello di guadagnare una quindicina di punti. Wierer è tornata davanti di 21 lunghezze e con ogni probabilità quindi questa prima settimana sulle nevi di casa potrebbe regalarle un insperato e largo vantaggio su Eckhoff e Öberg.

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michele.brugnara@oasport.it

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Foto: F.Angiolini

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