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MotoGP
MotoGP, Test Sepang 2020: Yamaha e Ducati a caccia delle giuste sensazioni per dare finalmente la caccia alla Honda
Il Motomondiale 2020 è in procinto di accendere “ufficialmente” per la prima volta i propri motori, con i test della MotoGP che si disputeranno a Sepang da venerdì 7 febbraio fino alla domenica per una tre giorni che segue quella di inizio settimana riservata a esordienti e collaudatori. Cosa aspettarsi da questo primo riscontro con la pista? Su cosa stanno lavorando i principali protagonisti del prossimo Campionato del mondo? E’ certamente presto per avere delle certezze assolute sulle performance ma l’indirizzo degli sforzi lungo l’inverno è stato abbastanza chiaro.
La Yamaha sta presentando proprio questa mattina (alle ore 10) la nuova M1 di Valentino Rossi e Maverick Viñales. La casa di Iwata è attesa alla stagione della svolta e, soprattutto con lo spagnolo sul quale si è deciso di continuare a puntare fortemente rinnovando in anticipo il contratto, dare finalmente del vero filo da torcere a Marc Marquez e alla Honda. La M1 continua a essere la più docile e guidabile tra tutte ma è fuori da ogni discussione che gli sforzi maggiori si sono concentrati sull’aumentare la potenza del propulsore per riuscire a battagliare alla pari con i rivali anche su piste meno favorevoli. In quest’ottica sarà necessario trovare però un corretto bilanciamento per non esagerare compromettendo, di fatto, i punti forti come la dolcezza di percorrenza. L’accelerazione in uscita di curva si è rivelato il principale problema negli ultimi anni, specialmente per Rossi che non è mai davvero riuscito a venirne a capo, per questo sarà interessante capire quali saranno le sensazioni fin dalla prima giornata. Il modello 2020 avrà per questo motivo un nuovo telaio che monta una nuova presa d’aria frontale sul cupolino più stretta, provata a Valencia negli scorsi test. Un altro aspetto chiave sarà quello di capire al meglio gli pneumatici e sfruttarli a dovere, evitando fastidiosi pattinamenti che deteriorano rapidamente la gomma e costringe sempre a soluzioni di mescola più conservative o finire i Gran Premi in emergenza. Infine ci sono stati numerosi sforzi rivolti a migliorare lo stacco frizione in partenza, tramite una soluzione in stile Ducati che dovrebbe consentire una migliore trazione nel momento del rilascio.
Passando a casa Ducati invece, a Borgo Panigale si è lavorato soprattutto sul cercare di migliorare uno dei principali talloni d’Achille che nel 2019 sono costati in particolar modo ad Andrea Dovizioso tantissimi punti, le prestazioni nelle qualifiche. Solo tre volte il forlivese è infatti partito dalla prima fila e in numerose occasioni ha poi ipotecato una rimonta in gara con i primissimi già in fuga, dunque questo resta un obiettivo primario che solamente dal Qatar si potrà capire realmente quanto è stato migliorato. Non mancherà un piccolo ritocco anche al motore, con qualche cavallo in più per il motore V4 della Desmosedici, ma l’attenzione dei tecnici è focalizzata in particolar modo su altri settori della moto come il nuovo telaio che ha trovato riscontri positivi a fine 2019, l’elettronica, e naturalmente l’aerodinamica. La fase di percorrenza curva, al contrario di Yamaha è chiaramente l’aspetto tecnicamente più debole tra quelli della Ducati e la GP20 dovrà dimostrare fin da subito di aver quantomeno parzialmente risposto a qualche domanda.
Per quanto riguarda la Honda naturalmente il discorso è ben diverso. Da quanto evince sia dalla scelta del secondo pilota che dalle prime impressioni sulla nuova RC213V, il vento non è cambiato e si punterà ancora come nel recente passato solo ed unicamente su Marc Marquez e sulle sensazioni della propria stella. L’iberico è reduce da un intervento chirurgico alla spalla destra che ha poi necessitato di tempi di recupero più lunghi del previsto per sua stessa ammissione. La forma fisica del Cabroncito non è eccezionale ma dovrebbe migliorare e presentarsi in Qatar in condizioni quasi ottimali, ma questi test diventeranno ancora più un occasione per riprendere confidenza col proprio gioiello e cercare di migliorarlo ancora. Per Alex Marquez invece si tratterà di accumulare quanti più chilometri possibili, per cercare di presentarsi il più pronto possibile tra un mese e cominciare l’attacco al titolo di Rookie of the Year.
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Foto: LaPresse